cronaca

Nel filone dell'indagine sulle false certificazioni del Rina
1 minuto e 9 secondi di lettura
C'è un nuovo indagato nell'inchiesta sulle false certificazioni del Rina, l'ente certificatore navale, rilasciate alla compagnia Messina: si tratta di un ispettore della Guardia Costiera, in servizio presso la sezione sicurezza della navigazione. L'indagine, costola dell'inchiesta madre sul crollo della Torre piloti causato da un'avaria alla Jolly Nero e costato la vita a nove persone il 7 maggio 2013, in un primo momento vedeva indagati i vertici della compagnia Messina e alcuni ispettori del Rina.

Ma nelle ultime settimane il pm Walter Cotugno ha allargato le indagini anche al ruolo della Capitaneria di porto e del Sesto reparto del ministero dei Trasporti. Secondo l'accusa, la compagnia di navigazione non avrebbe segnalato all'ente certificatore le numerose avarie avvenute a bordo di quattro navi della flotta: la Jolly Nero, l'Amaranto, la Platino e la Marrone. E sarebbero stati almeno 107 i guasti contati dagli investigatori dal 2000 in poi. Il Rina, per il pm, in alcuni casi non avrebbe prestato troppa attenzione ad alcuni report presentati dalla compagnia in cui venivano segnalati alcuni problemi ma non gli interventi effettuati per ripararli e avrebbe concesso ugualmente il certificato.

E, infine, la Capitaneria di porto non avrebbe effettuato un vaglio attento su quella documentazione. Per l'incidente di tre anni fa sono a processo i membri dell'equipaggio e un dirigente della compagnia, mentre una seconda costola di indagine (che riguarda la costruzione della Torre) vede indagate al momento sei persone.