I sondaggi valgono abbastanza poco, ma un’ idea di che cosa pensano i cittadini la offrono. Così, leggendo il sondaggio clamoroso di Repubblica dal quale si evince che ad oggi il Movimento 5 Stelle sarebbe avanti di dieci punti percentuali rispetto al Pd ho pensato che dovremmo cominciare a immaginare sul serio Genova governata da un sindaco penta stellato. Poi, osservando come sta muovendosi su se stesso il Pd locale mi sono detto che sull’immagine della città governata dai Cinquestelle non ci dovevo fare solo un pensierino, ma almeno due o tre.
Siamo ormai talmente imbalsamati dalla continuità politica (salvo la pausa del sindaco Campart Genova ha avuto dal 1975 una guida di sinistra) da essere sorpresi di trovarci di fronte alla realissima ipotesi che il ribaltone fra un anno sia una realtà. Ci sveglieremo in una città che non potremo più definire tout court “rossa”. Ma nemmeno “bianca” come si diceva sotto la Dc. Il colore dei grillini come il loro governare sarà una sorpresa, ma sarà utile per capirli, osservare con attenzione come si muoveranno le due sindachesse che da pochi giorni sono al comando delle giunte comunali di Roma e di Torino. Hanno fatto cose normali, sono state molto istituzionali anche se alcune iniziative sono state una piacevole giravolta. Chiedere, per esempio, un sano spoil system nelle società partecipate!
Probabilmente il Terzo Valico andrà avanti, magari un po’ rallentato, ma intanto non mi pare che vada molto velocemente oggi per non dire degli anni passati. Si fermerà, forse la Gronda, subirà sicure modifiche quel Blue Print che è la soluzione sfigata del bellissimo Waterfront di Renzo Piano, scomparirà il mercato abusivo di corso Quadrio, ma sono convinto, al di là di queste battute, che almeno ci sarà una idea di città che è la mia fissazione da quando a Tursi siede Marco Doria e che da quattro anni nessuno mi ha spiegato.
Il leader carismatico del movimento, cioè Beppe Grillo, conosce molto bene la sua città dove vive e dove è cresciuto. Questa conoscenza potrebbe essere una garanzia. Grillo conosce anche i genovesi con pregi e difetti che spesso ha messo alla berlina con intelligenza e ironia.
Un’ idea di città potrà sembrare un’ utopia e probabilmente lo é. Ma serve. Serve a segnare degli obiettivi a tracciare un confine, una frontiera. Obiettivi che da cinque anni non ci sono più. Se il Pd e la sinistra un po’ sfilacciata che hanno governato non sono riusciti nemmeno a definirli vagamente chissà che i Cinquestelle non ce la facciano? Proprio perché di Genova fisica e sociale e di Genova politica hanno una idea totalmente nuova rispetto al presente. Magari seguendo la filosofia tracciata con la restituzione di parte dei compensi per la loro attività politica, esempio incredibile che nessuno degli altri colleghi si è mai sognato di seguire. Una bella inversione di tendenza in un territorio dove alcuni politici hanno pensato che fosse “servizio pubblico” farsi pagare le mutande, le bottiglie di Borgogna, il soggiorno con moglie e prole alle Terme per passare le acque mentre i sudditi passavano i guai.
Populismo, qualunquismo. Le parole più consumate per liquidare questi curiosi rivoluzionari che, magari devono imparare a fare gli assessori (ma se ci sono riusciti in questi anni alcuni personaggi che ben conosciamo francamente non vedo alcun ostacolo sulla strada di questi novelli governanti) ma intanto quello che hanno promesso nel loro programma elettorale hanno poi puntualmente rispettato. Già comportarsi così, con coerenza, sarebbe un miracolo.
politica
Cominciamo a immaginare la Genova dei Cinquestelle
Spicchi d'aglio
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