
"Poste Italiane - si legge nella pagina web - deporta persone nei lager. Fuoco a ufficio postale in via Lagaccio, postamat distrutto, per solidarizzare con i ribelli e gli evasi dai Cie e coi rivoltosi francesi. Né Stati né frontiere. Ni loi ni travail".
Gli investigatori della Digos avevano da subito ipotizzato che l'attentato fosse riconducibile ai no borders, gruppo che si oppone al rimpatrio dei migranti. L'attentato del 29 giugno era stato preceduto da atti dimostrativi a Genova, Bologna e Torino dove erano stati piazzati ordigni esplosivi (taniche con liquido infiammabile collegate a una sveglia) sempre davanti a bancomat degli uffici postali.
IL COMMENTO
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