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"C è una paralisi al giorno d'oggi, confondere felicità con un divano, un divano che ci fa stare comodi e passare ore davanti videogiochi. Un divano che non ci fa preoccupare, io la chiamo "la divano felicità" che può rovinare molto la gioventù". Papa Francesco lo dice con voce ferma, sicura, direi con entusiasmo contagiante.
Voi volete essere imbambolati o liberi? Rispondete chiede Bergoglio e un coro di sì in centinaia di lingue si alza.
"Non siamo venuti al mondo per vegetare per fare della vita un divano che ci addormenta. Siamo venuti a lasciare un'impronta perché senno è triste".
Il Papa chiede di prendersi per mano lo fa all'inizio e alla fine della veglia. Al campus Misericordiae di colpo scende il silenzio: tutti pregano e chi è qui non lo dimenticherà, non si possono dimenticare un milione e mezzo di ragazzi che si prendono per mano "per costruire ponti" come ha chiesto il Papa. E sì ha ragione lui quando alla fine commosso prende fiato e dice: "Siete meravigliosi che i grandi imparino da voi a stringersi la mano, ma non per la fotografia" . E il milione e 600 mila ragazzi esplode in un boato, la gioia, l'entusiasmo del mondo che durante l'adorazione si trasforma in silenzio carico di amore. Misericordia.
IL COMMENTO
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