Un gruppo di commercianti e residenti della zona di via XX Settembre a Genova ha indetto una manifestazione per protestare contro la creazione del centro di accoglienza per donne e bambini richiedenti asilo nella strada dello shopping genovese. Rinviata invece l'assemblea del condominio al civico 11, che dovrebbe ospitare l'appartamento ristrutturato.
Nel pomeriggio avrebbe dovuto esserci un sit-in di protesta all'esterno del Mercato Orientale, che poi è stato ridimensionato in una breve conferenza stampa. In serata ci sarà comunque una manifestazione di protesta con residenti e commercianti. L'amministratore del condominio Gromi specifica che "non si tratterà di una manifestazione vera e propria ma di una iniziativa per dare voce a residenti e commercianti dello stabile e del Mercato Orientale. Sarà un'iniziativa totalmente apolitica, serena e tranquilla ne pieno rispetto delle regole e delle istituzioni". Secondo quanto appreso, i rappresentanti del quartiere avrebbero ottenuto un incontro in prefettura per la fine della settimana.
Tra le voci più attive del comitato spontaneo che raccoglie commercianti, residenti e persone che hanno attività nella zona c'è Giulio Sanson, proprietario del Bed&Breakfast "Domus Patrizia", proprio sotto l'appartamento destinato ai richiedenti asilo. Le rassicurazioni di Comune e Municipio, qui, passano inosservate: "Finora l'accoglienza non ha funzionato. Io vedo solo migranti dediti alla questua, peraltro una questua organizzata, ne sono certo".
Il timore è che la situazione degeneri intralciando gli affari: "Temiamo proprio questo, che ci sia una ricaduta negativa sulle presenze. Abbiamo poche camere e in questo periodo siamo sempre pieni. Ma siamo preoccupati da quello che potrebbe succedere se queste persone non saranno sottoposte a un controllo". La fiducia, però, è scarsa: "Se le cose cambieranno saremo ben felici. Ma per ora non è successo".
Per Sanson si potrebbe dire che, oltre al danno, è arrivata la beffa. Quattro anni fa il titolare ha scritto al demanio per chiedere di acquisire l'immobile che, dai documenti, risultava in fase di alienazione. I locali, un tempo adibiti a biblioteca dell'Università, dovevano essere ceduti per fare cassa. "Avevo tutto l'interesse ad acquisirli perché sono proprio qui sopra - racconta - ho scritto più volte. Ma non mi hanno mai risposto". Poi la vicenda è nota: la Prefettura ha acquisito l'appartamento e ha ottenuto il permesso per istituire il bando, vinto dal consorzio Agorà.
"Ci sentiamo traditi perché è stata fatta una cosa che secondo noi è stata vergognosa perché fatta di nascosto nei giorni prossimi a Ferragosto, quando non c'era nessuno". Per Raffaele Iaccovino, che ha il negozio proprio sotto il civico 11 di Via XX Settembre, la via centrale di Genova dove dovrebbero trovare dimora temporanea una ventina di profughi, la delusione è grande. Anche lui, che è uno dei rappresentanti del Civ (i Centri integrati di via, le associazioni tra commercianti), aveva firmato i 'patti di area' che sulla carta avrebbero permesso una concertazione sulle scelte. Accordi che, dicono, sono stati disattesi.
"Quando abbiamo firmato il patto con la Regione Liguria speravamo di avere la possibilità di una collaborazione con gli enti per cercare di rivitalizzare quest'area dopo l'alluvione - ha detto Iaccovino nel corso della conferenza stampa improvvisata che ha preso il posto del sit-in, annunciato in precedenza - per questo avevamo firmato patti che avrebbero permesso di rivitalizzare il tessuto commerciale della zona".
Non ci sarà, per ora, l'assemblea di condominio. L'amministratore Franco Gromi spiega: "Per convocare un'assemblea straordinaria dev'esserci la richiesta di un condomino. In questo caso dovrebbe farlo il demanio, che è ancora il proprietario dell'appartamento". Chi abita o lavora al civico 11 è perlopiù contrario, ma non mancano le eccezioni: "Nel palazzo ci sono gli uffici di Aster. A loro sembra che vada tutto bene così".
Il sindaco Marco Doria resta sui suoi passi e dice no alle strumentalizzazioni: “La decisione della Prefettura di destinare un appartamento inutilizzato del demanio per ospitare alcune famiglie con minori di rifugiati in Italia è occasione per sollevare un polverone polemico che offende le tradizioni di civile accoglienza di una società solidale. Confondere l’accoglienza a persone disperate con la necessità di fare rispettare con rigore le norme, questo sì un dovere per tutti: per chi le deve fare rispettare e per chi le deve rispettare, è soltanto un’operazione di propaganda politica”.
Intanto, alcuni migranti ospiti della cooperativa Agorà di Genova in due diversi centri temporanei di assistenza hanno iniziato stamani a lavorare in piazzale Kennedy per assistere la municipalizzata per le manutenzioni Aster nella operazione di riordino delle cancellate in vista della assemblea generale della Cei che avrà uno dei suoi momenti culmine proprio nel piazzale antistante il mare. Questa prestazione fa parte di un progetto che ha coinvolto circa 200 migranti, tutti volontari, in diverse parti della città.
"Tra poche settimane a Piazzale Kennedy arriveranno migliaia di persone e questo intervento ci aiuterà a accogliere i fedeli al meglio". Così l'assessore alle Manutenzioni del Comune di Genova, Gianni Crivello, spiega l'iniziativa. "Questo e altri interventi sono il frutto di un lavoro sinergico portato avanti con le istituzioni, Comune di Genova, Aster e Amiu e svolto con gli amici migranti coordinati da uno dei lavoratori dell'Ilva impegnati nei lavori socialmente utili - prosegue Crivello - e questa è una ulteriore dimostrazione, legata a un progetto mirato, che i migranti sono una risorsa".
cronaca
Migranti in via Venti Settembre, protesta al Mercato Orientale
Sanson: "Preoccupati perché l'accoglienza non ha mai funzionato"
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