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Grandi manovre nel Pd genovese, si parla di un misterioso sondaggio romano
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Alcuni la danno per sicura, altri sono più cauti, ma in queste ultime ore, tra gli stand della Festa Pd di Genova circola questo retroscena che vale la pena di riferire.

Il sindaco Marco Doria sarebbe stato convinto (o si sarebbe convinto) a rinunciare a ricandidarsi alle prossime elezioni comunali. Dunque per i dirigenti del Pd locale e per il commissario David Ermini comincerebbe a spianarsi l’ accidentata strada dell’ individuazione di un candidato. Se a questi propositi si aggiungesse la vittoria del Sì al referendum allora non ci sarebbero più problemi.

Andrea Orlando che ormai sta prendendo in mano le sorti del Pd ligure dopo aver lasciato andare alla deriva quelle del Pd spezzino e delle elezioni regionali, avrebbe dunque buon gioco a far passare la sua linea: niente primarie perché il partito in questo momento storico le ritiene pericolose (dopo due batoste, lo credo!) scelta di un candidato unitario fatta insieme al sindaco Doria (pax doriana) e via al rischiosissimo confronto. E poi, ora, il Pd è più sereno sull’ipotesi di un ballottaggio dopo gli scivoloni del M5s a Roma.

A convincere Doria qualcuno sostiene (ma non ci sono conferme) esisterebbe un misterioso sondaggio commissionato dalla segreteria nazionale, proprio sul consenso o meno del primo cittadini di Genova. Con risultato non felice per il Marchese. 

Ma c’è un “ma”, grosso come una casa. Doria vuole attendere il referendum prima di fare l’annuncio. E questa ipotesi apre un’incognita che allarma l’altra parte del Pd. Se Renzi vince, no problem, ma se vincesse il No? A questo punto, dicono i più scettici, il sindaco potrebbe pensare di essere il catalizzatore degli anti-renziani, quindi della stragrande maggioranza dei militanti genovesi e della sinistra radicale che lo aveva fatto trionfare nel 2012. La sconfitta del Si lo convicerebbe del suo ruolo di “Pisapia genovese” aspetto che terrorizza la dirigenza Pd che sa che Pisapia è un’altra cosa….

In ogni caso, se Doria davvero è pronto alla rinuncia per tornare a fare il professore (ormai ordinario) addio primarie e brusco stop per il pop filosofo Regazzoni che le reclama a gran voce e a suon di comunicati. In pista potrebbe esserci il solito Luca Borzani o qualcun altro che proprio Orlando starebbe cercando di salotto in salotto.

Ma se Doria ringalluzzito da una vittoria del No, si rimangiasse tutto e volesse provarci? I Pd punterebbero su Mario Tullo, con un altissimo grado di probabilità di andare verso una sconfitta da parte di M5S o addirittura centrodestra totiano.