cronaca

Tetti agli stipendi Rai, non si può superare i 240 mila euro annui
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La riforma dell'Editoria è stata approvata dal Senato con modifiche rispetto al testo licenziato in prima lettura dalla Camera e torna, dunque, di nuovo all'esame di Montecitorio. Fra le principali novità:

- ISTITUZIONE DEL FONDO PER IL PLURALISMO E L'INNOVAZIONE DELL'INFORMAZIONE - Al fine di assicurare la piena attuazione dei principi di cui all'articolo 21 della Costituzione, in materia di diritti, libertà, indipendenza e pluralismo dell'informazione; di incentivare l'innovazione dell'offerta informativa e dei processi di distribuzione e di vendita, la capacità delle imprese del settore di investire e di acquisire posizioni di mercato sostenibili nel tempo e lo sviluppo di nuove imprese editrici anche nel campo dell'informazione digitale, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione. Il fondo è destinato anche alle radio e tv locali, oltre alle imprese editoriali costituite da cooperative e istituti no profit.

- TETTO STIPENDI RAI, NON SI PUO' SUPERARE I 240MILA EURO ANNUI - Il limite massimo delle retribuzioni di 240mila euro all'anno si applica agli amministratori, ai dipendenti e ai consulenti "del soggetto affidatario della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale". ll tetto non può essere superato anche qualora l'azienda dovesse emettere dei bond. La novità è stata interodotta con un emendamento presentato dal relatore, il Pd Roberto Cociancich, e approvato all'unanimita' a Palazzo Madama. La riforma prevede anche una riduzione delle risorse assegnate sul Fondo per l'editoria alle imprese che danno stipendi al proprio personale, collaboratori e amministratori superiori a 240mila euro.