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Il consigliere ex Pd: "Il partito manifesta contro se stesso"
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Tornare all'antico, ai guardiani fuori dai locali, a quell'esperimento naufragato tra mille ritocchi, tavoli e dialoghi che alla fine hanno esacerbato gli animi. La proposta arriva (o meglio, ritorna) da Gianni Vassallo, ex assessore al commercio della giunta Vincenzi, oggi esule del Pd rifugiato nel nuovo gruppo Percorso Comune.

In realtà "non è una proposta nuova - spiega il consigliere di Palazzo Tursi - perché quel protocollo d'intesa coi commercianti funzionò per un po' di tempo. I titolari di bar e ristoranti pagavano a proprie spese dei 'silenziatori' che invitavano le persone di passaggio a limitare i rumori. Non solo, perché i baristi si occupavano di tenere pulito il sedime stradale di fronte al locale. Anche se comportava un sacrificio economico per loro". 

Poi l'equilibrio si infranse, vuoi per i malumori di qualche esercizio poco onesto, vuoi perché - dice Vassallo - "si tentava di risolvere un problema di ordine pubblico con un provvedimento che incideva sulla politica commerciale. Non si può fare così. Il punto è reprimere i comportamenti lesivi della convivenza civile. Nessuno farebbe pipì davanti al portone di casa propria, eppure nei vicoli succede anche questo". E quindi riecco il tormentone: servono più forze dell'ordine. "Il questore Bracco si è dimostrato molto disponibile, bisogna approfittarne", dice Vassallo. 

Poi il consigliere passa all'attacco del suo ex partito:
"È bizzarro vedere consiglieri comunali del Pd che manifestano contro il proprio assessore al commercio. Il sindaco è il capro espiatorio, è stato lasciato solo. E il partito manifesta contro se stesso. Manca quella che è la cultura di governo, cioè la capacità di mettere insieme interessi contrapposti".

Un'ordinanza, quella contestata dai commercianti, che ha risolto ben poco imponendo orari di chiusura anticipati, come documentato dal reportage di Primocanale.it. Ordinanza su cui il sindaco non retrocede, pur avendo aperto a un ritocco nel corso dell'incontro che ha fatto seguito alla protesta di martedì scorso a Palazzo Tursi. Anche se, probabilmente, ci vorrà ben altro per pacificare gli animi.