
"Con la creazione di uno sportello dedicato alle problematiche delle famiglie, alle loro denunce delle situazioni di disagio legate alla diffusione delle droghe, dell'alcol, purtroppo in forte crescita tra i giovanissimi, e della prevenzione dell'eventuale diffusione delle teorie gender nei piani formativi scolastici, daremo un importante segno di vicinanza alle famiglie e aggiungeremo un servizio, che a oggi mancava, in ambito educativo e sociale", commenta Matteo Rosso di Fratellij d'Italia, tra i promotori dell'iniziativa.
"La bagarre scatenata oggi in Consiglio dalla minoranza, che ha cercato in tutte le maniere di strumentalizzare il mio documento, dimostra che una certa parte politica non comprende a fondo le reali esigenze delle famiglie oggi, che hanno il bisogno e il diritto di essere coinvolte nei processi educativi all'interno della scuola e non solo", continua Rosso.
"Abbiamo votato contro senza esitazione", dichiara il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino. "La mozione presentata dal consigliere Matteo Rosso ci appare del tutto anacronistica, incoerente e fuori dalla realtà di questo Paese. Ci sono donne che amano le donne, ci sono uomini che amano gli uomini; e devono avere gli stessi diritti di tutti gli altri. Nessuno deve permettersi di considerarli individui di serie B".
"Soprattutto è deprecabile il passaggio in cui si equipara la diffusione della “teoria gender” a episodi di razzismo, bullismo e droga. L’omosessualità non è una dipendenza, non è una malattia, non è una devianza", sottolinea Pastorino. "Come non esistono seguaci della fantomatica teoria gender che fomentano la confusione nell’identità sessuale; perché non esiste alcuna teoria. Al contrario, bullismo, razzismo e omofobia sono tratti storicamente accertati: sono evidenti nei mutamenti sociali del nostro Paese".
Replica Rosso: "Purtroppo, nonostante la minoranza in Regione continui a negarlo, si sono già verificati episodi in città come Padova o Treviso dove, a scuola, all'insaputa dei genitori, i bambini sono stati obbligati dagli insegnanti a vestirsi da maschi se femmine e da femmine se maschi. Con lo sportello delle famiglie, vogliamo prevenire queste situazioni e quindi far sì che le famiglie siano preventivamente informate di queste eventuali iniziative per prendere poi decisioni condivise sui propri figli.
"Come Rete a Sinistra, ci rivogliamo a tutti i soggetti di questa città e di questa regione che abbiano a cuore la costruzione di una società libera", conclude Pastorino. "Una società in cui siano riconosciuti diritti e doveri a prescindere dall’identità sessuale, dal colore della pelle, dall’orientamento religioso. Costruiamo momenti di discussione e coordinamento per contrastare intolleranze e qualsiasi tipo di violenza".
"Torniamo nel medioevo - ha detto la capogruppo del Pd Raffaella Paita - L'idea di fare uno sportello per le famiglie che metta insieme temi come bullismo, violenza e teorie gender è gravissimo. Il ministero ha già precisato che non esistono insegnamenti simili nelle scuole". Sulla stessa linea il Movimento 5 Stelle.
IL COMMENTO
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