cronaca

Toti: "Pronti a rivedere i criteri di accesso per Arte"
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In Italia le 700.000 famiglie che occupano gli alloggi di edilizia popolare sono appena il 30% di chi ne ha veramente bisogno, perché l'attuale patrimonio di edilizia residenziale pubblica non basta a dare risposte a chi vive situazioni di disagio abitativo. Lo sostiene una ricerca chiesta a Nomisma da Federcasa, federazione che riunisce gli enti casa italiani, presentata a Genova nel corso del convegno "Dimensioni e caratteristiche del disagio abitativo in Italia".

Dallo studio che in Liguria quasi il 26% delle famiglie in affitto (pari a 43.800 nuclei), vivono una situazione di disagio economico, ovvero l'incidenza del canone è superiore al 30% del reddito familiare. All'interno di questo c'è l'area estrema del disagio rappresentata dalle oltre 7 mila famiglie in attesa di assegnazione di un'abitazione Erp, a livello regionale (7.207). Di queste 2847 sono a Genova e Provincia, mentre 2308 a La Spezia.

A preoccupare anche il dato relativo agli sfratti, che in Liguria, dal 2005 ad oggi, sono cresciuti del 5% all'anno. Numero preoccupanti, anche se meno negativi rispetto al resto d'Italia, è stato spiegato, dove, ad esempio, le famiglie che vivono una situazione di disagio economico sono il 41,8% del totale.

"Alla luce di questi dati è chiaro che l'edilizia residenziale pubblica debba tornare tra le priorità nell'agenda dei decisori politici - commenta il presidente di Federcasa, Luca Talluri - L'attuale sistema dell'edilizia sociale è stato pensato negli anni '90 e quindi riferito a quel contesto storico. Adesso il panorama è profondamente cambiato ed è quindi necessario mettere in campo scelte politiche importanti".

"Stiamo lavorando alla riorganizzazione del sistema delle Arte liguri (
aziende territoriali regionali per l'edilizia) per rendere effettivo il diritto all'abitazione. Questa sarà la prossima riforma che porteremo in consiglio regionale articolata su tre linee di intervento: aiutare gli inquilini all'acquisto, costruire nuovi stock abitativi per le giovani coppie e le famiglie, rendere effettivi i diritti, mettendo fine alle occupazioni abusive e velocizzando i tempi di assegnazione degli immobili, visto che ci sono oltre 600 abitazioni che non vengono assegnate a Genova", ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti al convegno "Dimensioni del disagio abitativo in Italia, focus sulla Liguria" ai Magazzini del Cotone di Genova.

"All'interno della riforma - ha continuato Toti - vi sarà anche la revisione dei criteri di accesso, tenendo conto del grave momento di crisi che sta vivendo l'Italia, con un disagio che si è allargato alla famiglia media italiana, soprattutto monoreddito e con più figli. L'obiettivo è quello di garantire l'uguaglianza dei diritti".

Ammontano a 16.327 gli alloggi di Arte in Liguria, ma solo il 30% di quello che entra dai canoni può essere utilizzato per la manutenzione. Per la manutenzione ordinaria servirebbero oltre 7 milioni di euro, ma la disponibilità ammonta a soli 5 milioni che derivano dalla vendita del patrimonio spiega in una nota la regione Liguria. Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria servirebbero 97 milioni, ma le Arte hanno a disposizione solo 19 milioni.

"E' evidente - spiega l'assessore regionale all'urbanistica e all'edilizia, Marco Scajola - che non essendoci risorse, il degrado degli immobili aumenterà, in quanto manca l'80% di quanto serve per recuperare le strutture. Le risorse a disposizione sono del tutto inadeguate, pertanto bisogna affrontare il fenomeno sotto diversi punti di vista, sia coinvolgendo il Governo per una nuova politica nazionale sulla casa con il concorso anche delle Regioni, sia mettendo in atto una nostra riforma. Altrimenti il sistema è destinato a un progressivo degrado, con ricadute negative sull'utenza. C'è da fare un lavoro enorme per questo chiediamo all'esecutivo una riforma nazionale concordata con le Regioni che hanno comunque limiti economici".

Girolamo Cotena, amministratore unico di Arte Genova, sottolinea come in Liguria ci siano peculiarità alle quali serve una risposta. "Siamo la regione più anziana d'Europa e oltre il 30% dei nostri inquilini ha almeno 75 anni - sottolinea - a questo si aggiungono le problematiche di disabilità, quelle legate ai quartieri collinari insomma tutta una serie di situazioni tipiche del nostro territorio che non aiutano". La sfida è pensare a nuove offerte, mirate sulla tipologia di popolazione. "Per gli anziani - spiega Cotena - si potrebbero destinare alloggi protetti con qualche spazio comune per assistenza sociale o ambulatoriale".