salute e medicina

I 'Medici per l'ambiente' propongono lo studio al prossimo sindaco
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Una mappa della qualità della vita a Genova basata sulle variazioni del tasso di mortalità nei singoli quartieri. È il progetto che porta avanti da otto anni l’associazione ‘Medici per l’ambiente’ e che nel 2017 arriverà a una sintesi adatta a diventare uno spunto per il prossimo sindaco. Una semplice analisi delle banche dati comunali – a costo zero, a parte il tempo impiegato ad analizzarli – rivela che nel capoluogo ligure non tutti vivono allo stesso modo. Ad esempio, è molto più probabile morire a Cornigliano che in Albaro.

“Anzitutto abbiamo notato che l’eccesso di mortalità in certi quartieri non è dovuto all'effetto età”, spiega Valerio Gennaro, epidemiologo del San Martino e membro dell'associazione. In altre parole, sarebbe facile dire che si muore di più dove ci sono più anziani. E invece “a Cornigliano la popolazione è tendenzialmente giovane, eppure si registra da anni una mortalità superiore alla media”. Mentre nella vicina Sestri Ponente il numero di chi passa a miglior vita è drasticamente più basso. D’altro canto, i quartieri percepiti come migliori sono in effetti quelli più salubri: Albaro, Quarto, Quinto, Nervi, San Martino.

L’emergenza riguarda, oltre a vaste zone del Ponente cittadino, anche la Valpolcevera. “È un lavoro semplice, fatto con poche risorse – spiega Gennaro – ma possiamo pensare di integrarlo e renderlo più tempestivo, per poi offrirlo agli amministratori come termometro della situazione”. Non è detto che i problemi siano solo di tipo ambientale: in gioco possono esserci anche fattori economici e sociali. “Importante – continua Gennaro – è anche coinvolgere le comunità, che in genere sanno perché si sta bene o male in un certo luogo”. Quindi non solo numeri, ma anche partecipazione attiva. 

Dai Medici per l’ambiente arriva un’indicazione alla politica, proprio in tempi di campagna elettorale: “Usare una descrizione certificata che emerge già dal territorio aiuta a capire le cause delle malattie, dove trattarle, dove c’è bisogno degli ospedali, o di più verde o di una mobilità migliore. Il dato epidemiologico, letto bene, aiuta a capire dove sono le criticità e a destinare i soldi alla loro soluzione. Ci sono quartieri in emergenza che la politica dovrebbe adottare immediatamente”. Tanto per cambiare: prevenire, prima di curare.