La genovese Renata Briano, ex assessore regionale all'ambiente, è stata confermata vicepresidente della commissione pesca dell'Unione Europea. Un campo di grande attualità , viste le tribolazioni del mercato ittico genovese, ma anche un ponte politico tra la Liguria e l'Europa che potrebbe dare i suoi frutti sul territorio. Tra pochi mesi si va alle urne. E anche se lei smentisce di essere stata contattata per correre a Palazzo Tursi, si dice pronta a collaborare con chi lo farà .
Lei è abituata a navigare tra Bruxelles e Strasburgo. E Genova?
Rimane sempre un punto importante, restiamo legati al collegio perché siamo uno dei pochi paesi che vengono eletti col collegio. Cerco di stare vicino al territorio ma anche di lavorare su, perché altrimenti non riusciamo a dare risposte.
In tema di pesca l'Italia ha il suo da fare: dai fatti accaduti al confine Italia-Francia al mercato del pesce, che non è di competenza europea ma riguarda la Renata Briano genovese...
"Eˆ una commissione interessante, non siamo tantissimi parlamentari, ma per l'Europa abbiamo una competenza prioritaria rispetto agli Stati. C'è troppa burocrazia, abbiamo chiesto troppi sacrifici ai nostri pescatori e bisogna aiutarli. Allo stesso tempo c'è tutta la filiera: il commercio, i controlli, i mercati sono fondamentali. Io ne ho visitato parecchi oltre a quello di Genova, in tutta Europa hanno un ruolo fondamentale in questo meccanismo. A volte sono penalizzanti per i pescatori perché i prezzi sono molto bassi. Non è competenza dell'Europa decidere la localizzazione
Ma lei da genovese come legge questa situazione?
"E' un problema che è stato trascurato per troppo tempo. Se dovessi riavvolgere il nastro, forse piazza Cavour rimessa in condizioni di sicurezza sarebbe stato meglio, anche perché avrebbe creato punti di appoggio tra pescatore e consumatore. Poi la situazione è degenerata. Auspico di trovare la situazione ideale. Ho sentito l'assessore Piazza che è assolutamente interessato a trovarlo. Spero che vengano trovati punti di contatto diretto tra pescatori e commercianti. Lo dico per una ragione: in Europa consumiamo quattro volte il pesce che peschiamo. Questo vuol dire che consumiamo pesce da qualsiasi parte del mondo e non sappiamo come venga pescato. Riuscire a comprarlo a chilometro zero è importantissimo.
Ciò che accade a Genova è forse un paradigma di ciò che accade in Italia rispetto all'Europa? Tutto è stato fatto di corsa accumulando ritardi di anni e anni, anche per seguire normative europee che nel frattempo sono cambiate.
Sta cambiando. Al di là dei partiti di appartenenza nella delegazione italiana c'è la volontà di coinvolgere subito nelle decisioni. E' vero che a volte le decisioni europee che poi critichiamo sono state prese senza coinvolgere il territorio e la politica, e questo dà origine all'Europa della burocrazia. Stiamo cercando di invertire la tendenza. Io sto molto attenta e cerco di condividere tutto col Governo, ma soprattutto con le categorie.
Perché c'è questo senso di sfiducia verso l'Unione Europea?
Per tantissime ragioni. Uno: la paura della globalizzazione. Ci sentiamo tutti piccoli e incapaci, allora si pensa che tornare nei confini nazionali ci renderebbe più forti. Io invece penso che sia il contrario. E certe regole, vedi il commercio internazionale, è impensabile contrastarle all'interno di un Paese. Sembra che la politica non riesca a governare le multinazionali, l'Europa potrebbe essere un'opportunità . Ma l'Europa in molti casi è un assemblaggio degli egoismi degli Stati. Vorremmo un'Europa più unita ma non facciamo un salto in avanti e la gente si arrabbia. Poi la burocrazia, lo dicevo prima. Ma facciamo anche fatica a comunicare, ci dovreste aiutare anche voi: si parla sempre dell'Europa quando c'è un problema, ma quando aboliamo il roaming, approviamo la norma sull'economia circolare, le norme ambientali, i diritti umani, l'Europa spesso è avanti, ma di questo non si parla. Comunque noi stiamo lavorando per cambiarla.
Però sono cose che l'Europa deve fare. Ci si chiede come mai solo nel 2016 si sia arrivati a una normativa
Sì, è stato difficile il rapporto con le compagnie, alla fine ce l'abbiamo fatta. Noi come gruppo abbiamo scelto di non votare il nuovo presidente Tajani perché da quella parte c'è troppa austerità . E'ˆ vero però che la sinistra non ha ancora dato risposte.
E lo dice un'eurodeputata del Pd. Torniamo però alla sua Genova. Si va a votare tra poco. Nessuno ha bussato alla sua porta o mandato un sms per chiederle: Renata, saresti pronta per scendere in campo?
No, non l'ha chiesto nessuno. Qualche messaggio sui social di amici... Quando mi sono candidata per l'Europa mi hanno detto: non è che poi va a fare altro?
Che è ciò che fece un'altra sindaca: Marta Vincenzi. Ma davvero nessuno si è chiesto se Renata Briano potesse essere una soluzione valida?
Questo non lo so, ma credo che il partito abbia lavorato sulla coalizione e sul programma. Insieme al segretario si sta cercando anche la candidatura giusta e su questo percorso sono d'accordo. Sulla relazione tra Genova e l'Europa, ci sono progetti da copiare di città che hanno avuto percorsi simili di de-industrializzazione e si sono convertite: su questo ci sono e posso dare una mano.
politica
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