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Ermini a Primocanale: "La scissione per la Liguria sarebbe un danno nel danno"
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La scissione è solo rinviata. Il rischio che nella prossima primavera coincidano le elezioni amministrative e il Congresso del Partito Democratico in un clima di campagna elettorale anche a livello nazionale è sempre più alto. I tentativi di mediazione, su tutti quelli del ministro Orlando che ha rilanciato la conferenza programmatica per preparare il partito al Congresso, sembrano essere caduti nel vuoto.

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Se nella minoranza il solo Emiliano si è detto disponibile a un passo indietro purché non ci sia la concomitanza tra amministrative e Congresso, i renziani spingono ancora per una fase congressuale in tempi rapidi. Renzi si è dimesso e ha detto no ai ricatti: “C’è solo una cosa peggiore della scissione ed è il ricatto, non possono chiedermi di non ricandidarmi”. È stato questo il segnale che ha irrigidito di più i suoi detrattori.

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In una dichiarazione congiunta, Emiliano, Rossi e Speranza dopo l'assemblea rompono gli indugi: 'Anche oggi nei nostri interventi in assemblea - scrivono - c'è stato un ennesimo generoso tentativo unitario. È purtroppo caduto nel nulla. Abbiamo atteso invano un'assunzione delle questioni politiche che erano state poste, non solo da noi, ma anche in altri interventi di esponenti della maggioranza del partito. La replica finale non è neanche stata fatta. È ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima".

A mediare ha provato ancora il ministro Orlando:
"Io ho proposto di mettere in mezzo un passaggio programmatico per costruire un'altra idea di partito, non autoreferenziale. Dobbiamo fare sì che il Pd sia una forza di centrosinistra: essere democratici significa lottare contro la disuguglianza. Solo l'uguaglianza salverà la democrazia. Una piattaforma che ci unisca la possiamo scrivere in pochissimo tempo. Proviamoci: credo ci sia qualcosa di più importante di noi. | VIDEO 

Tra i delegati liguri presenti molte facce scure all’uscita dell’assemblea. “Mi aspettavo di più dalla relazione di Renzi”, ha detto il consigliere regionale Giovanni Lunardon (VIDEO). “Evitare la scissione è sempre più difficile”, ha aggiunto Alessandro Terrile (VIDEO). Ma anche il renziano Victor Rasetto si è detto preoccupato: “Non ci sono state le risposte da entrambe le parti che potevano superare le distanze” (VIDEO).

Raffaella Paita contesta alla minoranza di "non aver espresso nemmeno in questa occasione le ragioni che potrebbero portare alla scissione, al di là delle questioni che riguardano date e regole". Duro invece il commento di Lorenzo Basso che esprime "grande amarezza per i toni ancora sopra le righe, per il tifo di parte, per continue discussioni interne che sono un'offesa per iscritti ed elettori". "Se ci sarà la scissione - aggiunge - nessuno sarà esente da responsabilità e dalle conseguenze che ne deriveranno. Bisogna finirla di parlarsi addosso e avviare una discussione sui temi come chiesto anche da Orlando. Una discussione - conclude - che riporti finalmente al centro del nostro dibattito le risposte da fornire ai problemi che stanno affliggendo il Paese".

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"La scissione ancora non c'è stata. Orlando? Spero che la sua posizione sia recepita dalla minoranza. Se ci dovesse essere una scissione sulla base della data di un congresso sarebbe molto triste. Sarebbe un danno ulteriore a livello locale che porterebbe sicuramente a elezioni più vicine": così David Ermini, commissario ligure del Pd. Ricomporre un'alleanza dopo la scissione? "Mi sembra molto difficile". | VIDEO

Più cauti i senatori Caleo e Vattuone: “Ci sono ancora due giorni di tempo fino alla direzione per scongiurare la scissione”. Sul piano nazionale le dichiarazioni di Enrico Rossi fanno pensare a una decisione imminente: “Pronti a fare le nostre scelte. Emiliano? Ha parlato per conto suo”. Debora Serracchiani dal canto suo ha ribadito che i tempi del congresso sono stabiliti dallo statuto e quindi si celebrare entro quattro mesi”.