economia

Duro attacco al management dell'azienda
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Lettera aperta della Uilm Genova al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro per l'Economia Pier Carlo Padoan e al ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda. Il segretario genovese Antonio Apa torna sul tema di Leonardo e sulla gestione dell'azienda che ha preso il posto di Finmeccanica.


Egregio Presidente e Onorevoli Ministri,
il dibattito che riguarda l’attuale Leonardo ha avuto ampio risalto nel paese. La domanda di fondo a cui bisogna rispondere è se la gestione dell’attuale management abbia risanato l’ex Finmeccanica o le abbia scavato la fossa.

Non c’è dubbio: il gruppo capitalizza in borsa il doppio ma l’AD tuttora in carica non possiede, a giudizio di chi scrive, la dote indispensabile ai capi di un grande gruppo industriale. Mi riferisco in particolare alle relazioni internazionali dove la holding ha dimostrato di non essere in grado di poter competere in modo adeguato nel mondo come invece lo era negli anni precedenti.

Oggi Leonardo Finmeccanica rappresenta la punta più avanzata dal punto di vista tecnologico e manifatturiero del sistema Paese, in un mercato dell’aerospazio e della difesa che vale svariati miliardi di euro e con un tasso di crescita intorno al 4% annuo. I mercati domestici in cui opera Finmeccanica ristagnano mentre sono destinati a crescere i mercati emergenti in cui la stessa può fare la sua parte. Finmeccanica può seriamente agganciare questo trend di consolidamento e di crescita?

Nella holding in questo triennio è prevalsa una logica di riduzione dei costi e un’idea di sobrietà del gruppo. Tutto questo ha portato ad una riduzione del portafoglio prodotti e alla perdita del presidio dei processi produttivi. Una linea che ha portato il gruppo a non crescere e a non prendere ordini. Alcuni di questi, ad esempio la Legge Navale, il contratto del Qatar e la commessa dei 28 caccia bombardieri di Eurofighter del Kuwait, non sono certamente frutto di questo gruppo dirigente anzi a loro và ascritta tutta una serie di defaillance a partire dalla fornitura persa dei 50 elicotteri Apache in GB in Canada per quanto riguarda il turbo elica tattico C27J, l’ulteriore commessa persa in Polonia ed altre ancora. Tutto ciò porta a non generare cassa per sostenere gli investimenti. Infatti senza cassa non si può investire su nuovi prodotti e nuovi sviluppi tecnologici. Questo obbliga una continua riduzione degli organici nel gruppo oltre al massacro dell’indotto…

Questo è il problema attuale di Finmeccanica. Se non si prendono ordini c’è poco da lavorare e si perde capacità tecnologica e il contatto col cliente rischiando che lo stesso abbandoni Finmeccanica. L’unica alternativa è di tagliare i costi, non a caso in Finmeccanica si taglia e basta. In questo modo si rendono marginali Finmeccanica ed il sistema Paese.

Questo lo si evince anche dai risultati del 2016 che evidenziano una società sempre più piccola con ricavi sempre inferiori. A questo punto la questione più importante di Leonardo Finmeccanica è di evitare la marginalizzazione e l’isolamento in Europa e nel mondo che la condannerebbero a subire il processo di consolidamento in atto, con conseguenze incredibilmente nefaste per il sistema Paese e per i lavoratori.

Altro che raggiungere gli obiettivi che si è dato Leonardo nel 2017/2021. Anche perché il piano industriale 2014/2017, in linea con quello del 2017/2021, ha una valenza comunicativa tutta centrata all’esterno, cioè agli investitori, agli analisti e agli istituti finanziari con l’obiettivo che questi facciano pressione sul Governo per garantire a Moretti la riconferma. La verità non detta è che senza un cambio manageriale Finmeccanica nel 2018 farà il botto. Per evitare questo scenario tragico è necessaria un’inversione a 360° e far sì che Finmeccanica intraprenda alleanze e partnership strategiche tali da permetterle di integrarsi in un network globale. Non a caso sul piano delle alleanze e dei nuovi progetti non è emerso nulla di nuovo. Moretti allo stato non ha trovato un partner USA per partecipare alla gara dei 350 aerei addestratori.

Ha destato altresì molta sorpresa l’uscita non ancora perfezionata dell’alleanze con i russi di Sukhoi, quanto allo scambio tra la quota detenuta da Leonardo nel consorzio missilistico MBDA (vera follia di politica industriale) e quello di Airbus nel tubo elica ATR ancora non si è riuscita a fare alcuna intesa anche se si registra un calo del 10% di ordine e fatturato ATR mentre MBDA ha commesse per un valore di 2,5 miliardi, senza considerare l’atteggiamento ondivago tenuto nella vertenza Piaggio Aero che non ha consentito allo Stato insieme ad altri soggetti la chiusura in positivo di questa vertenza. Finmeccanica deve condividere e integrare scelte stategiche perché solo così sarà in grado di garantire al sistema Paese il giusto peso.

Il Mef tra non molto dovrà presentare la lista per le nomine delle partecipate compresa Leonardo e sono dell’avviso che il Governo a tutti i livelli dovrà valutare attentamente con molta serenità e obiettività i risultati non rosei conseguiti da Finmeccanica nell’ultimo triennio. Il fallimento industriale deve essere il vero motivo del cambio operativo e non, almeno non solo, la condanna emessa dal Tribunale di Viareggio. Pertanto è l’assenza di capacità strategiche il motivo per un cambio manageriale in Finmeccanica Leonardo.

Si faccia finalmente una valutazione industriale delle capacità dei manager, si inizi con Finmeccanica. Con l’auspicio che, questa mia, possa esservi utile, porgo i miei più,

Cordiali Saluti

Il Segretario Generale
UILM Genova
Antonio Apa