cronaca

La visita il 27 maggio
3 minuti e 44 secondi di lettura
Aspettare Francesco non è solo come organizzare l'arrivo di un Pontefice,  di un  Santo Padre, di un Papa con la ritualità, la forma, la liturgia che una visita simile a questa comporta.

Un mese esatto prima che il successore di Pietro, il Papa venuto dopo San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, di cui ricordiamo con emozione le visite, sbuchi dal portellone dell'aereo alle 8.30 di sabato 27 maggio, questa attesa non è solo rituale.

Ci chiediamo, con una partecipazione che esce proprio dalla ritualità, quale messaggio ci porterà il Papa venuto “dal mondo alla fine del mondo”, scelto laggiù in Argentina dai suoi confratelli cardinali.
 Ci chiediamo quanto si emozionerà a passare vicino a quel porto, quei moli dai quali la sua famiglia è partita per quel viaggio della speranza verso le Americhe che aveva nei suoi programmi la sua nascita, l'arrivo sulla terra di Jorge Bergoglio, il futuro prete, il futuro gesuita, il futuro vescovo, cardinale e, appunto successore di Pietro.
Certamente il Papa “sa” che in qualche modo calcherà i passi dei suoi nonni, rivedrà quella parte di mare dove si è compiuto una parte del suo destino di uomo. E lo ricorderà in uno dei discorsi che in quel lungo e fitto sabato di maggio pronuncerà nella nostra Genova.
Il programma di Francesco è scandito da tempo nei luoghi che conosciamo: la Cornigliano della grande fabbrica, la cattedrale nei carruggi, l'Ospedale Gaslini delle sofferenze dei bimbi, il Santuario della Guardia, dove pranzerà con i poveri, con i profughi e dove avrà di fronte i giovani, la grande messa di piazzale Kennedy. Le occasioni sono tante e diverse, ma forse si può immaginare che quel ricordo commosso della partenza dei suoi avi potrebbe avvenire quando Francesco si troverà davanti i profughi.
Non erano tali i suoi genitori, in partenza dalla loro patria per il destino incerto di un viaggio verso le Americhe? Anche loro avevano un mare da attraversare, anche loro avevano un orizzonte da scoprire, una vita da costruire altrove, lontano dalle proprie radici, verso qualcosa che poteva essere meglio dell'esistenza che si lasciava.
Tornare in quel punto del mondo, dove si è compiuta una parte consistente dei fatti che hanno determinato il suo destino, sarà certo un'emozione per Francesco, ma saranno tanti altri gli spunti che si possono aspettare dalla sua visita. E che non solo la Chiesa aspetta da lui, in una visita tanto attesa.

Questo Papa non viaggia per adempiere solo alla sua missione di Pescatore di uomini e che, quindi, li cerca anche lontano dalla sede della sua chiesa di Pietro. Viaggia per diffondere il suo messaggio, quello della “sua” Chiesa, che parla forte al mondo, che cerca di farsi ascoltare in ogni angolo della terra, che rompe gli schemi di tante tradizioni precedenti e soprattutto sottolinea la scelta del nome che come papa si è dato: Francesco, il difensore dei deboli, degli ultimi.

Sarà una visita diversa da quella dei suoi predecessori, che per tre volte negli ultimi quaranta anni sono arrivati dal Vaticano a Genova e sarà diversa la Chiesa che lo accoglierà, non solo nell'incontro in Cattedrale con i “consacrati”? Forse le differenze non appariranno in un programma che ricalca in parte e molto quelli di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, ma ci sono perchè le personalità dei papi sono diverse tra di loro, Woytjla il grande evangelizzatore, Ratzinger il grande teologo e Francesco “il rivoluzionario”. Ed anche la Chiesa, che accoglie commossa, è diversa, non è più quella forte e formale di Siri o quella di transizione di Canestri ma è quella di Angelo Bagnasco, il genovese che sta per terminare il suo lungo mandato di presidente della Cei. Ogni tempo ha il suo Papa, ogni Chiesa ha il suo Pastore, che ne governa il gregge. E Genova è tanto diversa da quella benedetta dagli altri papi in arrivo. Più sofferente, più vecchia, più meticcia, più piena di profughi e di povertà, perchè così cambia la storia del mondo.

La grandezza di un Papa e il messaggio che si aspetta da lui, quando arriva in una visita tanto attesa, si misura anche sulla sintonia con tutto questo. E non c'è dubbio che tra un mese esatto Francesco questa sintonia la troverà.