Era nato a Genova nel 1932 e aveva studiato al Liceo D'Oria. Interprete televisivo e cinematografico di personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca, come il professor Kranz e il timidissimo Giandomenico Fracchia, è noto al grande pubblico per la creazione e l'interpretazione del ragionier Ugo Fantozzi.
All'attività comica fa eco quella di scrittore, cominciata proprio con un libro su Fantozzi, al quale seguiranno altri otto sul ragioniere, e altri libri di carattere satirico.
Ha recitato in parti più drammatiche, partecipando a film di registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, riceve il Leone d'oro alla carriera. Nell'agosto del 2000 gli viene assegnato al Festival del cinema di Locarno il Pardo d'onore alla carriera.
Sarà allestita probabilmente mercoledì mattina in Campidoglio la camera ardente. A dirlo sono stati i figli, spiegando che in queste ore si stanno stabilendo i dettagli. A seguire dovrebbe esserci una cerimonia laica, nel pomeriggio o la sera, alla Casa del Cinema di Roma.
LA FIGLIA - "Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare": con un post su facebook, poche parole ed un cuoricino, Elisabetta Villaggio saluta il papà. Il messaggio è accompagnato da una foto in bianco e nero che ritrae Paolo Villaggio da giovane insieme ai figli.
"Un rapporto complesso". Così riassumono il loro legame col padre Elisabetta e Pierfrancesco, figli di Paolo Villaggio. "Non è stato un rapporto facile, perché mio padre era assente, come molti di quelli che fanno questo mestiere - spiega Pierfrancesco - e ultimamente ho avuto occasione di stare vicino a lui, perché abbiamo lavorato insieme. E questo ci ha permesso di instaurare un rapporto che non c'era mai stato". Anche Elisabetta ha parlato di un rapporto complesso, "ma mi ha insegnato ad essere più forti. Non era una persona semplice in senso assoluto". I figli hanno anche dichiarato che sarà allestita probabilmente mercoledì mattina in Campidoglio la camera ardente del padre. A seguire dovrebbe esserci una cerimonia laica, nel pomeriggio o la sera, alla Casa del Cinema di Roma.
GENTILONI - Anche il presidente del consiglio Gentiloni ha voluto omaggiare, con un messaggio su Twitter, l'artista genovese "Ricordo Paolo Villaggio. Talento comico straordinario ha insegnato a generazioni di italiani a riconoscere i propri tic".
TOTI - Tweet anche da parte del governatore della Liguria Giovanni Toti:"Addio a un grande ligure e un grande genovese. Ci hai fatto ridere e riflettere come pochi. Ciao Paolo e grazie di tutto"
BUCCI - Una strada, ma forse anche una piazza di Genova per ricordare Paolo Villaggio. L'ipotesi è stata avanzata dal sindaco di Genova Marco Bucci che, a margine di un incontro economico internazionale, ha ricordato il grande artista. "Genova deve fare qualcosa per Paolo Villaggio - ha spiegato -. Pensiamo anche che, una volta superato il momento di lutto, si possa fare qualcosa, in collaborazione con Regione Liguria per dimostrare come la città onora Paolo Villaggio. Sarà una strada, o magari anche un corso o una piazza - conclude Bucci - non so ancora con precisione che cosa ma sicuramente faremo qualcosa perché ha fatto molto per Genova e se lo merita. Mi hanno detto che ci sono tempi tecnici da rispettare, ma accelereremmo il più possibile le procedure".
"Paolo Villaggio è stato un artista a tutto tondo. Graffiante, mai banale, innamorato della sua Genova, protagonisti del cinema italiano: ha fatto ridere e riflettere, appassionando diverse generazioni", ha detto Bucci. Nel 2013 Villaggio aveva ricevuto un omaggio dalla città di Genova: l'amministrazione gli organizzò nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, sede del Comune, la festa per i suoi 80 anni. All'appuntamento avevano partecipato, tra gli altri, Paolo Fresco, l'amico di una vita con il quale aveva condiviso anche gli anni della scuola al liceo D'Oria, e Antonio Ricci.
CAVO - "Grande dispiacere per la scomparsa di un ligure illustre, un artista unico. Si consideri che ha saputo creare una maschera comica, quella di Fantozzi, che gli sopravvive, come nel XX secolo hanno saputo fare solo i Toto' o i Chaplin. E' stato un attore poliedrico che ha saputo mettere in scena le frustrazioni del lavoratore e quei tratti di genovesità espressi attraverso un nichilismo esasperato e molto umano". Così l'assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo ricorda Paolo Villaggio. "Sicuramente Regione Liguria, sulla scia di quanto già fatto per altri liguri illustri, renderà omaggio, nella maniera più opportuna, a questo grande artista e alla sua eredità".
VUKOTIC - "Grazie Paolo per avermi fatto entrare nel tuo immaginario, ti ho voluto e ti voglio bene". Questo l'ultimo messaggio di Milena Vukotic, alias Pina moglie storica del ragionier Fantozzi, in tanti film con l'attore genovese. "Gli sono grata e sono orgogliosa di aver fatto parte dei suoi film - prosegue Vukotic - soprattutto sono felice perchè con grande umanità mi ha dato la sua amicizia e questo al di là del nostro lavoro che facevamo sulla scena". Per Milena Vukotic Paolo Villaggio "è una maschera che resterà nel mondo del cinema, non solo italiano, ma universale. Una maschera che poteva nascere solo come riflesso della sua intelligenza e del suo straordinario sguardo sul mondo, allo stesso tempo, così distaccato e colto".
LA SAMP - Anche la Sampdoria, club di cui Paolo Villaggio era tifoso, si unisce al coro di cordoglio per la morte dell'attore. "Il presidente Ferrero e la Sampdoria - si legge sul profilo Twitter della società - piangono la scomparsa di Paolo Villaggio, tifoso blucerchiato e grandissimo del cinema italiano".
MANCINI - Anche l'allenatore dello Zenit di San Pietroburgo Roberto Mancini si unisce al corgoglio dal ritiro precampionato in Austria: "Sono molto triste per la scomparsa di Paolo Villaggio - ha scritto l'ex attaccante della Sampdoria e neoallenatore del club russo - Un grande amico, un grande attore e tifoso sampdoriano doc. Ciao Paolo!".
GENOA - Anche il Genoa ha voluto partecipare al cordoglio per la morte di Paolo Villaggio e attraverso una nota manifesta la sua vicinanza alla famiglia: "Il Genoa Cfc partecipa al cordoglio della famiglia #Villaggio per la scomparsa di Paolo, talento eccezionale nato ai piedi della Lanterna".
MAZZAMAURO - "È morta anche la mia giovinezza. Fantozzi è stato l'unico uomo che mi abbia veramente amato". Così Anna Mazzamauro affida alla sua pagina Facebook il dolore per la morte di Paolo Villaggio, compagno di lavoro sul set per 25 anni. Per il suo indimenticato ragionier Fantozzi è stata infatti musa, spalla, femmina per antonomasia e sogno inarrivabile, nei panni della Signorina Silvani, l'impiegata vamp che appare sin dal primo film della saga, diretto nel '75 da Luciano Salce, fino all'ultimo, nel '99, 'Fantozzi 2000 - La clonazione' di Domenico Saverni. Ruolo per il quale la Mazzamauro arrivò anche due volte alla nomination per i Nastri d'argento e che le fu assegnato, in realtà, dopo esser stata scartata ai provini per interpretare il suo opposto: Pina, la dimessa moglie di Fantozzi. "Oggi Anna Mazzamauro preferisce fare un passo indietro e non aggiungere nulla, anche per rispetto verso i figli di Paolo Villaggio. Magari nei prossimi giorni - spiegano dal suo entourage . Ma a Villaggio dedicherà domani il Premio CineCiak d'oro che riceverà a Riccione".
BENIGNI - "La notizia mi ha avvolto il cuore di tristezza. Paolo Villaggio è stato il più grande clown della sua generazione. Un bambino spietato, rivoluzionario e liberatorio. Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia e ci corregge, con lui tutte le persone anonime hanno trovato il loro Signore. E' stato la persona più imprevedibile e pura che abbia mai conosciuto. Grazie caro Paolo, ti siamo debitori di una gioia immensa". Così Roberto Benigni ricorda Paolo Villaggio.
Tanti anche i commenti dei liguri sulla nostra pagina Facebook. Ognuno ha un ricordo particolare di Paolo Villaggio, un uomo che con la sua comicità ha fatto ridere tante generazioni.
L'ISPIRAZIONE - Era un fattorino dell'Italimpianti di Genova la persona che ispirò a Paolo Villaggio il personaggio di Giandomenico Fracchia, il cui 'erede' al cinema sarebbe stato il ragionier Ugo Fantozzi. In azienda lo chiamavano tutti "Fracchia" e lo mostravano come una sorta di "attrazione" a chi arrivava da fuori. Lo ricorda Walter Secondino, 89 anni, ex impiegato dell'Ansaldo, che nei primi anni Ottanta lavorò all'Italimpianti e qui conobbe il fattorino.
"Era il 1982, io ho lavorato per tre mesi all'Italimpianti con un collega - racconta Secondino - All'epoca era un'azienda grandissima, davvero fantozziana. Quando siamo arrivati, un impiegato ci ha detto 'adesso vi porto a vedere il vero Fracchia!'. Ci ha spiegato che Villaggio negli anni Sessanta lavorava all'ufficio del personale. Lì aveva conosciuto quel fattorino e lo aveva usato come modello per Fracchia. In azienda sapevano tutti la storia, e tutti lo chiamavano Fracchia. Non ho mai saputo come si chiamasse veramente".
Secondino racconta che il fattorino "era proprio uguale al personaggio di Villaggio, nell'aspetto fisico, nella voce, nel modo di parlare. Avrà avuto 55 anni, vestiva di grigio. Era estremamente ossequioso, salutava con deferenza tutti, dal direttore a un estraneo come me. Nei tre mesi in cui sono stato lì, ci vedevamo ogni tanto al bar aziendale. Ed era sempre lui il primo a salutare". Dopo il successo di Fracchia e Fantozzi, il dipendente dell'Italimpianti era diventato una specie di "monumento umano", che i suoi colleghi mostravano ai visitatori. A ben pensare, proprio una situazione fantozziana.
"Era il 1982, io ho lavorato per tre mesi all'Italimpianti con un collega - racconta Secondino - All'epoca era un'azienda grandissima, davvero fantozziana. Quando siamo arrivati, un impiegato ci ha detto 'adesso vi porto a vedere il vero Fracchia!'. Ci ha spiegato che Villaggio negli anni Sessanta lavorava all'ufficio del personale. Lì aveva conosciuto quel fattorino e lo aveva usato come modello per Fracchia. In azienda sapevano tutti la storia, e tutti lo chiamavano Fracchia. Non ho mai saputo come si chiamasse veramente".
Secondino racconta che il fattorino "era proprio uguale al personaggio di Villaggio, nell'aspetto fisico, nella voce, nel modo di parlare. Avrà avuto 55 anni, vestiva di grigio. Era estremamente ossequioso, salutava con deferenza tutti, dal direttore a un estraneo come me. Nei tre mesi in cui sono stato lì, ci vedevamo ogni tanto al bar aziendale. Ed era sempre lui il primo a salutare". Dopo il successo di Fracchia e Fantozzi, il dipendente dell'Italimpianti era diventato una specie di "monumento umano", che i suoi colleghi mostravano ai visitatori. A ben pensare, proprio una situazione fantozziana.
GRILLO - "Un dolore sordo per la morte di Paolo Villaggio, il mio primo pensiero è stato "macchè morto, sono balle...". Ho provato lo stesso dolore quando morì Alberto Sordi, sto parlando di due "ultraitaliani". Sordi e Villaggio hanno mostrato il nostro peggio, e per questo avvertiamo un dolore così intenso: nel rappresentarci davano la sensazione di capirci. Eppure erano assolutamente agli opposti: nei personaggi di Sordi era facile identificarsi in quanto italiani". Lo afferma in un post sul blog Beppe Grillo. "Cosa abbiamo perso oggi? Un grande artista che ci rappresentava come tante dualità: esseri che seguono la corrente contorcendosi e che si ribellano all'improvviso, ma senza speranze, contro il padrone drogato di cinema d'essai nella oramai mitologica e sintetica critica alla Corazzata Potemkin che è "una cagata pazzesca!". Un'originalità nel tratteggiarci che lo ha reso una stella, capace di recitare come per ispirazione ultraterrena", scrive Grillo, genovese proprio come Villaggio.
IL COMMENTO
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