cronaca

Nuovo caso a un anno dallo sversamento di petrolio nei rivi
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Un altro spettro incombe sui cittadini di Fegino a Genova: dopo il grave episodio di inquinamento del 17 aprile 2016, con sversamento di petrolio da un tubo della Iplom, nelle acque del rio, questione che oggi pesa ancora con miasmi e bonifica da completare, ora si prospettano lavori di messa in sicurezza del corso d’acqua che comportano spostamenti dei tubi: due lotti sono in corso da mesi e il terzo dovrebbe iniziare, ma comporterebbe la chiusura di parte di via Borzoli per alcuni mesi.
 
"Siamo fritti - dice un tabaccaio che si affaccia proprio sulla via. Se chiudono la strada chiudiamo anche noi e il Comune ci deve risarcire". "Se mettono in sicurezza il corso d'acqua troveranno un quartiere deserto perché non ci resta che abbassare le saracinesche" gli fa eco il farmacista. Che soluzione prospettate? chiediamo. Ira: "Mi scusi, ma io sono un farmacista, non un ingegnere. Pago le tasse al Comune, trovi lui le soluzione per non uccidere un quartiere". Idem il pizzaiolo, e tutti a Fegino, a partire dal battagliero comitato capeggiato da Antonella Marras. Stamani vertice in municipio proprio su questo ma tavolo saltato per una questione legata ai progetti di spostamento dei tubi dal rio Fegino.  

Il presidente del municipio Federico Romeo ha spiegato a Live on the Road: "La priorità e la messa in sicurezza ma apriremo un tavolo di discussione con i cittadini".