cronaca

Dai privati delle corriere ai fondi del Governo, ecco tutti i nodi
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Confermata la fusione tra Amt e Atp, le aziende che gestiscono il trasporto pubblico urbano ed extraurbano in provincia di Genova, già deliberata dalle assemblee del Comune e della Città metropolitana. Lo ha ribadito il sindaco Marco Bucci durante un incontro coi sindacati. La scadenza fissata per dare piena attuazione al progetto è il 30 novembre: entro quella data verrà costituita la newco che comprende sia Amt sia Atp Spa, lasciando però fuori Atp Srl. Probabilmente si chiamerà Amt (cioè Azienda Metropolitana Trasporti). Quello che accadrà dopo dipende in gran parte da Roma. 

La decisione di mantenere il servizio 'in house', cioè gestito completamente dal Comune, potrebbe complicare i passi successivi. Anzitutto c'è l'incomodo Atp Srl, il ramo d'azienda che comprende la gestione del servizio e il personale, dove Autoguidovie (società di Busitalia) detiene il 48% delle quote. Prima di accorparla alla nuova realtà aziendale (che comprende già l'altro ramo, Atp Spa) bisognerà eliminare i privati, un affare che non si preannuncia semplice. La liquidazione potrebbe aggirarsi sui 750mila euro, cifra che la società potrebbe non acettare. Il rischio, in questo caso, è che i lotti si dividano: trasporto urbano in house ed extraurbano a gara.

Il Governo, nel frattempo, pretende garanzie che al momento nessuna città è in grado di offrire. La procedura standard prevede le gare per l'assegnazione del servizio, e questa era la strada scelta dalla giunta precedente. Lo staff di Bucci, per contro, insiste e sostiene che l'atto di indirizzo, cioè le delibere dei consigli comunale e metropolitano approvate entro il 30 settembre, siano sufficienti determinare l'affidamento in house senza ulteriori passi.

Ma c'è di più: in caso di assegnazione senza gara, potrebbe saltare il 5% dei finanziamenti annui da Roma per tre anni. Lo stesso Ministero dei trasporti non ha aiutato il vicesindaco e assessore Balleari a fare chiarezza su questo capitolo. In ballo c'è una cifra intorno ai 20 milioni totali. 

La maggiore incognita, quindi, riguarda i fondi statali. Per questo Bucci sarebbe pronto a riconsiderare l'ipotesi di portare la newco (Amt-Atp) alla gara nel 2018, scelta più difficile perché comporterebbe una pesante ricapitalizzazione. Tuttavia - e qui si arriva la contraddizione - in presenza di capitali privati diventerebbe impossibile ottenere da Roma i finanziamenti necessari per le infrastrutture (tram e metropolitane), cioè quei 450 milioni che Bucci ha più volte invocato per il 'pi greco rovesciato' su ferro. In questo senso converrebbe tenere comunque il servizio 'in house'. 

L'ultimo interrogativo è quello della dirigenza: chi siederà al vertice della maxi  azienda di trasporto pubblico genovese? Per ora ci sono due 'supercandidati', trapela da Tursi. Ma i loro nomi sono ancora top secret.