I quattro assessori Pd della giunta Capacci di Imperia, il vicesindaco Giuseppe Zagarella e gli assessori Enrica Chiarini, Fabrizio Risso e Giuseppe De Bonis, come annunciato nei giorni scorsi, hanno rassegnato le dimissioni. "Mi dispiace dal punto di vista umano. Sono stati quattro anni e mezzo di collaborazione proficua, ma purtroppo le dinamiche della politica hanno portato a questo", ha detto il sindaco Carlo Capacci.
Contemporaneamente degenera il caso Rivieracqua da cui nasce l'ultima frattura tra Capacci e il Pd. Dopo l'inchiesta per appalti truccati e l'istanza di fallimento presentata da parte di Amat con l'appoggio del sindaco, la Guardia di Finanza ha passato al setaccio gli uffici di via Bresca, dove ha sede la società, per un secondo filone di indagini. Falso in bilancio, truffa ai danni dello Stato e abuso d'ufficio: sarebbero queste le ipotesi di reato nei confronti del presidente di Rivieracqua scpa Massimo Donzella, del componente del consiglio di amministrazione Sonia Balestra e di Gabriele Saldo, ex direttore generale della società consortile creata per gestire il servizio idrico della provincia di Imperia. Saldo si era dimesso dal suo incarico a seguito di un'inchiesta della procura della Repubblica che aveva portato al suo arresto e a quello del presidente della commissione d'esame Federico Fontana, accusati di aver "truccato" il concorso per un posto pubblico all'interno della società.
Sul futuro dell'amministrazione Capacci ha lanciato un appello ai consiglieri comunali: "Spero che abbiano a cuore la città e mi consentano di arrivare a fine mandato", ha sottolineato. "Il Comune di Imperia dal 2012 si trova in situazione finanziaria abbastanza critica: siamo chiamati spesso dalla corte dei conti a riferire sullo stato di avanzamento del risanamento che questa amministrazione sta portando avanti. Se venisse un commissario io credo che la prima cosa che farebbe sarebbe quella di dichiarare il dissesto economico dell'ente con la conseguenza che nei prossimi dieci anni, minimo, ci sarebbe un piano di risanamento economico che impedirebbe di fare investimenti sulla città".
Capacci ha assegnato temporaneamente l'incarico di vicesindaco all'assessore Guido Abbo, ma ha aggiunto: "E' sicuramente necessario un azzeramento della giunta, non per mancanza di fiducia nei confronti di chi è rimasto, ma per una questione tecnica". In questo modo, in pratica, verrà diminuito il numero dei componenti della giunta. "Si proseguirà poi con la ridistribuzione delle deleghe. Forse sarà necessario un assessore in più, non di certo quattro".
I consiglieri rimasti potrebbero presentare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. "Servirebbero tredici firmatari e diciassette voti favorevoli per approvarla", ha dichiarato Capacci. "In quel caso, comunque, l'accetterei: non posso fare il rivoluzionario e andare contro le regole della democrazia", ha osservato.
Il consiglio provinciale di Imperia ha deliberato la necessità di perseguire il percorso di ingresso dei Comuni in Rivieracqua. Come dichiarato dal presidente della provincia di Imperia, Fabio Natta, "Questo è un momento istituzionale, formale e pubblico con il quale diamo veste giuridica a questa nostra presa di posizione sulla bontà di un percorso intrapreso sulla necessità che si concretizzi quanto prima una piena gestione unica e pubblica dell'acqua nella nostra provincia".
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Imperia, gli assessori Pd si dimettono: il sindaco Capacci è appeso a un filo
Rivieracqua 'pietra dello scandalo': nuovo filone di indagini
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