
Ci hanno pensato i rappresentanti degli studenti, con un comunicato sul sito web della scuola, a stemperare gli animi dopo l'indiscrezione di un possibile sciopero. Il comitato "condanna con fermezza l'atto vandalico - si legge - spera che rimanga isolato e invita tutta la comunità scolastica a cooperare ed attivarsi per mantenere un clima di serenità e collaborazione nel rispetto delle regole". E infatti il preside, dopo aver proibito l'accesso al cortile per un giorno, ha già revocato il provvedimento.
Il caso, però, è destinato a far discutere ancora. Anche perché fumare in cortile è una vecchia abitudine - al Pertini e altrove - non solo per gli studenti ma anche per professori e bidelli. Quindi le due multate hanno pagato per tutti? "Non è così, le sanzioni applicate quest'anno sono dieci - replica Cavanna - ma le altre otto non si sono lamentate. certo che se all'invito di spegnere la sigaretta si risponde accendendosene un'altra cinque metri più avanti, è inevitabile multare".
In realtà pare che una volta in corso Magenta le regole non fossero così rigide. "Abbiamo fatto un lungo percorso educativo - racconta ancora il dirigente scolastico - uno scalino per volta abbiamo aumentato le restrizioni. Del resto sarebbe una contraddizione fare prevenzione sui rischi del tabagismo e poi permettere agli alunni di fumare. Ma vi assicuro che prima di sanzionare abbiamo cercato di educare. E poi sono tutti informati, sto ancora girando nelle classi".
Proibire il fumo nei luoghi aperti non è una decisione dei singoli presidi, ma la conseguenza di un decreto del 2013 che estende anche a cortili, parcheggi e simili il divieto già in vigore al chiuso. E la multa prevista è proprio di 55 euro. "Non so se sono nel giusto - chiude Cavanna - ma in questo Paese per qualche strana giustificazione le norme non si applicano mai. Certo, se ognuno pensa di fare quello che vuole, io non ci sto".
IL COMMENTO
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