"Le modifiche apportate al piano occupazionale da Arcelor Mittal non sono sufficienti". Il copione è lo stesso identico a quello della settimana scorsa quando si parlò di ambiente. Il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio al termine del tavolo convocato a Roma tra sindacati e Arcelor Mittal sostanzialmente boccia le modifiche apportate sul piano occupazionale dal colosso della siderurgia.
"L'azienda - dice ancora Di Maio - batta un colpo e cominci a dire se si sposta dai numeri concordati con l'ex ministro Calenda e forse allora potremmo cominciare a ridiscutere". Dal gruppo indonesiano-lussemburghese infatti non è arrivato nessun passo indietro rispetto ai 4mila esuberi previsti dal piano iniziale. Una situazione rimasta sostanzialmente immutata rispetto all'ultimo incontro sul tema. In questo modo la strada per far ripartire la trattativa tra i sindacati e l'azienda acquirente dell'Ilva sembrano non esserci".
Il vicepremier poi torna anche sul tema delle criticità fatte emergere dall'Anac sull'assegnazione del bando di gara che ha visto lo scorso hanno vincere proprio ArcelorMittal: "Entro domani manderemo all'Avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l'annullamento della gara. Auspico - ha proseguito Di Maio - che si possa ricevere un parere prima di ferragosto". Il Mise è chiamato entro il 24 agosto a dare una risposta definitiva. Tuttavia non è scontato che un'eventuale irregolarità accertata dall'Avvocatura porti all'annullamento della gara e quindi del contratto. In quel caso infatti l'azienda potrebbe controbattere impugnando gli atti e ricorrere al Tar.
"Non è stato fatto nessun passo avanti anzi, forse qualcuno indietro" spiega Alessandro Vella segretario Fim Cisl Liguria. Sotto accusa in questo senso il finanziamento destinato alle Politiche per l'incentivo all'esodo: dal governo la cifra stanziata si è ridotta da 250 a 200 milioni di euro. "Registriamo un certo pressapochismo da parte del ministro Di Maio nell'affrontare un tema così delicato come quello dell'occupazione. Usciamo per l'ennesima volta delusi e preoccupati. Ovviamente siamo disponibili a riprendere subito le trattativa ma è necessario che si facciano dei passi concreti verso la soluzione delle incertezze fin qui palesate" conclude Vella.
D'accordo anche Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova: "Occorre un accelerazione del confronto per chiudere il tavolo con tutto l'organico presente e il mantenimento dei siti produttivi. Rimaniamo in attesa di un'offerta migliorativa e che il Ministro riesca a far chiarezza sulle priorità della vertenza. Non siamo disponibili ad accordi che non prevedano tutte le condizioni necessarie per il mantenimento di tutti i posti lavoro" conclude Apa.
Non risparmia accuse al ministro dello Sviluppo Economico nemmeno il segretario genovese della Fiom Cgil Bruno Manganaro. A scatenare la rabbia la conferma degli esuberi previsti a livello nazionale e locale. Nello stabilimento di Cornigliano Mittal ha previsto circa 400 posti di lavoro in meno. "Il vice premier continua a dimenticarsi che Genova ha un accordo di programma il che significa che a un determinato numero di dipendenti corrisponde una quantità di aree in concessione - spiega Manganaro -. Quindi senza ridiscutere dell'accordo di programma non può pensare di mettere 400 lavoratori in società per Cornigliano senza fra l'altro dirci quanti soldi ci mette il Governo. Se pensano di andare avanti per questa strada torneranno gli scioperi".
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Tavolo Ilva, Di Maio: "Nessun passo avanti, ArcelorMittal batta un colpo"
Manganaro (Fiom Cgil): "Se non si cambia strada torneremo in piazza"
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