La seduta fiume dei consigli regionale e comunale riuniti insieme si è chiusa con un ordine del giorno approvato in aula. Il documento impegna il presidente della Regione e Commissario del Governo Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci "ad adoperarsi, accertate le condizioni di sicurezza, per consentire che gli sfollati e le aziende possano recuperare tutti i beni conservati nei rispettivi immobili, e ritrovare una collocazione definitiva".
L'ordine del giorno impegna anche a "proseguire il percorso che ha visto coinvolte tutte le istituzioni territoriali nell'affrontare un'emergenza nazionale, ad affrontare, nel periodo di emergenza, la necessaria riorganizzazione sanitaria attraverso il potenziamento dei servizi a rete e a potenziare i servizi ferroviari, metropolitani e della mobilità su gomma e mare anche attraverso integrazione modale e tariffaria, senza gravare sull'utenza oltre che a prevedere idonei spazi dedicati per l'autotrasporto in ambito portuale"
Intanto si è stemperata la tensione tra gli sfollati e le istituzioni dopo le proteste di questa mattina: "Ci siamo autoconvocati stamani, nessuno ci ha invitato al consiglio congiunto. C'era tensione. Ora le cose sono state chiarite. Abbiamo bisogno delle istituzioni".
Lo scontro era montato perché, a causa dello spazio ristretto all'interno della sala del consiglio, solo a un limitato numero di sfollati era stato permesso di assistere alla seduta. E' stato il sindaco, Marco Bucci, ad assumersi l'onere di pacificare gli animi e poi di consentire, in accordo con i vertici della regione, l'accesso a una sala attigua, dotata di televisore
"Il sindaco ci ha dato un percorso che abbiamo condiviso - ha detto un portavoce del comitato degli ex-abitanti di via Porro, Franco Ravera -. In settimana ci sarà un monitoraggio strumentale del manufatto per vedere variazioni strutturali o meno. Qualora gli strumenti facessero rilevare che non ci sono spostamenti e criticità, pur nella precarietà del manufatto, il sindaco si accollerebbe l'onere di modificare l'ordinanza sindacale e permetterci in certe fasce orarie, con accompagnamento dei vigili e con opportune strumentazioni, come piani elevatori, di entrare nelle case a togliere quanto possibile". Ravera ha aggiunto che "prima di un'eventuale demolizione, il sindaco si impegna a definire parametri di indennizzo per le case che verranno buttate giù. Le case che ci vengono attribuite adesso sono temporanee, non è il nostro alloggio. Noi vogliamo ricostruire la nostra casa e la nostra comunità dove possibile. Oggi non sappiamo nulla".
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Ponte Morandi. Comune e Regione prendono l'impegno: "Sfollati al più presto nelle case a recuperare gli effetti personali, poi la ricollocazione"
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