cronaca

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All’interno del gruppo Autostrade per l’Italia quanto erano consapevoli della situazione di degrado in cui versava il ponte Morandi? E’ quello che stanno cercando di capire i militari della Guardia di Finanza che indagano sul crollo del viadotto e che hanno messo le mani su migliaia di comunicazioni interne alla caccia di indizi e prove.

Tra le altre, è giudicata di particolare rilievo una mail inviata da una funzionaria di Autostrade (il cui nominativo è riservato) nel febbraio di quest’anno: nel messaggio sono contenute considerazioni pesanti sulla situazione del ponte, criticità che sarebbero state molto note all’interno del gruppo, e vengono consigliate misure di monitoraggio avanzate per scongiurare possibili sciagure. A chi era indirizzata quella email? E, soprattutto, sono stati presi provvedimenti di qualche tipo?

Secondo quello che trapela dalla procura le risposte non sarebbero state del tutto chiare ma nella deposizione potrebbe esserci la prova che all’interno di Autostrade la guardia era alta e la consapevolezza dei rischi che correva il Morandi era diffusa. Gli inquirenti stanno lavorando su un materiale molto vasto, circa ottomila email, in attesa di interrogare uno degli indagati più importanti, l’amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, atteso in procura a Genova lunedì.