C’è insoddisfazione in città per il contenuto del Decreto Genova trasmesso giovedì dal governo al Quirinale. All’interno del testo le misure per affrontare l’emergenza data dal crollo di Ponte Morandi. Primocanale ha chiesto un giudizio a istituzioni, operatori e mondo sindacale.
Che giudizio date in generale al Decreto Genova?
GIOVANNI TOTI (Presidente Regione Liguria): Ci sono molte ombre e alcune luci. E’ importante che ci sia attenzione verso la nostra città. E' certamente sotto finanziato in alcune voci in cui ci aspettavamo un aiuto più sostanzioso. Penso al Porto e all’autotrasporto in cui servono proroghe agli incentivi per i prossimi anni. Così come serve rivedere gli aiuti alle famiglie sfollate. E poi c’è il tema della ricostruzione e del commissario straordinario e un percorso che ritengo molto tortuoso e ad alto rischio di ricorso.
ALESSANDRO BOTTA (Presidente Spediporto): La nostra valutazione sul DL è di forte critica, ciò alla luce di una sua lettura attenta. Questo testo lascia Genova ed il suo Porto con pochi spiccioli e zero misure di reale ausilio a sostegno degli operatori. Fondi per il Porto di Genova ridotti ad un terzo rispetto alla stima iniziale; misure per autotrasporto insufficienti e limitate al 2018; nulla per potenziamento attività di controllo sulle merci agenzia dogane e presidi; cancellato articolo terzo valico. La città ed il Porto hanno subito un danno e devono essere risarciti non solo con un pugno di soldi ma con provvedimenti che rappresentino una visione sul futuro della città. Il terzo valico è un pezzo fondamentale di questa visione, tenere fermo i finanziamenti che servono per portalo a conclusione vuol dire negare al territorio il diritto ad avere un futuro.
GIOVANNI MONDINI (presidente Confindustria Genova): Questo decreto non soddisfa. Ha avuto una lunga gestazione, ci siamo incontrati diverse volte e oggi di tutto quello che avevamo discusso insieme non c'è più molto.
LUCA MAESTRIPIERI (Segretario regionale Cisl Liguria): E' positivo che il decreto sia uscito dopo 45 giorni lunghissimi per Genova. I cittadini stanno soffrendo e affrontando tante difficoltà dal punto di vista della viabilità.
ALBERTO BANCHERO Il giudizio che diamo sul decreto è complessivamente negativo. Questo episodio è stato trattato come una vicenda di portata locale, è quello che abbiamo temuto sin dall’inizio: che non si inquadrasse il problema come emergenza nazionale, nemmeno a fronte dei numeri che dimostrano come l’import e l’export delle regioni del Nord Ovest dipenda da Genova e a fronte del fatto che una parte d’Italia oggi rimane isolata dai collegamenti con la Francia, come la Toscana o l’Emilia Romagna.
Qual è un aspetto positivo del Decreto Genova?
GIOVANNI TOTI (Presidente Regione Liguria): Il lato positivo è la presenza di aiuti per il trasporto pubblico locale e gli incentivi per il rinnovo della flotta. Importante anche l’istituzione della zona franca urbana.
ALESSANDRO BOTTA (Presidente Spediporto): La nomina di due sub commissari, ma solo se saranno nominati Bucci e Toti. I fondi per la mobilità pubblica e per il Varco di Ponente. La volontà di investire in tecnologia è un aspetto importante in cui crediamo molto come operatori.
GIOVANNI MONDINI (Presidente Confindustria Genova): L'istituzione della zone franca urbana, anche se questa andrà poi valutata nei limiti che sceglierà il commissario all'emergenza, e l'istituzione della zona logiatica semplificata.
ALBERTO BANCHERO Una nota positiva tra le pieghe, che ci soddisfa: di sicuro viene dato un minimo di sollievo alle piccole medie imprese che hanno registrato una netta diminuzione del loro fatturato come conseguenza del crollo del viadotto Morandi.
Cosa manca al Decreto Genova?
GIOVANNI TOTI (Presidente Regione Liguria): Mancano i tempi della ricostruzione del nuovo ponte che sono un fatto fondamentale per la città.
ALESSANDRO BOTTA (Presidente Spediporto): Solo uno? Non vengono prese in considerazioni le necessità della prima industria italiana quella portuale. Questa è una carenza che deve assolutamente essere sanata.
GIOVANNI MONDINI (Presidente Confindustria Genova): Per le aziende situate fuori dalla zona rossa non è stato previsto alcun aiuto. Per il porto in una prima bozza erano stati destinati milioni in più per gli anni 2019 e 2020 e oggi non ci sono più. E poi non c'è la cassa integrazione in deroga straordinaria. Misura che sarebbe invece utile soprattutto per le aziende piccole.
LUCA MAESTRIPIERI (Segretario regionale Cisl Liguria): Manca una deroga alla cassa integrazione in deroga e gli aiuti ai piccoli artigiani colpiti.
ALBERTO BANCHERO Manca però tutto quello che abbiamo chiesto come sistema portuale, da un incentivo per aumentare il trasporto su ferro a una efficiente copertura degli extra costi generati sull’autotrasporto.
Che voto date al Decreto Genova?
GIOVANNI TOTI (Presidente Regione Liguria): Il voto a questo Decreto è insufficiente.
ALESSANDRO BOTTA (Presidente Spediporto): Voto 5 su questo Dl, il Governo è rimandato alla conversione dove spero potrà rimediare a una grave insufficienza.
GIOVANNI MONDINI (Presidente Confindustria Genova): Il voto è insufficiente
LUCA MAESTRIPIERI (Segretario regionale Cisl Liguria): Alcuni capitoli sembrano insufficienti.
ALBERTO BANCHERO Nel complesso il voto è 4. Come presidente di categoria auspico che venga presto aperto un dialogo con i rappresentanti genovesi - e non solo - del Movimento 5 Stelle in parlamento, perché questo clima di chiusura e di totale incomprensione del settore non è sostenibile a lungo.
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Decreto Genova, ecco le reazioni di istituzioni, operatori e sindacati
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