La notizia dell’uscita annunciata da Giovanni Castellucci dai vertici di Autostrade è una buona notizia. Come ha detto il nostro editore Maurizio Rossi questa mattina l’Ad di Aspi deve dimettersi per il bene suo, della società e soprattutto per quello della città di Genova. E’ intanto per una questione di rispetto nei confronti delle vittime e di quanti hanno subito danni a seguito del crollo del ponte. E può restituire un minimo di credibilità al principale gestore della rete autostradale italiana, in attesa che si proceda alla revoca, o comunque ad una seria riforma delle concessioni autostradali.
Inoltre il cambio dei vertici di Autostrade per l’Italia può aiutare i prossimi passaggi verso la ricostruzione di Ponte Morandi: potrebbe essere il preludio ad rapporto di collaborazione con il governo, o comunque di rispetto dei ruoli, nell’attuazione del Decreto Genova, possibilmente evitando ricorsi e opposizioni al percorso che dovrà portare alla realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera.
Da settimane molti rappresentanti della politica, e non solo, evocano ricorsi dipingendoli come inevitabili, contestando il fatto che il Governo abbia precluso ad Autostrade la possibilità di ricostruire. In realtà potrebbe non essere così conveniente per la società del gruppo Atlantia entrare in una controversia che avrebbe un ulteriore pesantissimo danno di immagine, bloccando o rallentando i lavori di ricostruzione. Genova non potrebbe accettarlo, ma nemmeno il paese.
L’annunciata uscita di scena di Castellucci da Aspi però non basta. Anzi ci sono alcuni aspetti di cui sarebbe opportuno portare a conoscenza l’opinione pubblica. Ed è bene che i soci proprietari (la famiglia Benetton) facciano luce su quanto accaduto nei giorni scorsi: L’amministratore delegato di Autostrade Castellucci e il presidente Cerchiai hanno ottenuto una stock option da 1 milione e 600 mila euro. Cosa è la stock option? E’ uno strumento che le società utilizzano per retribuire i manager, attraverso azioni della stessa società, premiandoli per la buona gestione finanziaria.
Questo premio, benché riferito al 2013, ma assegnato in concomitanza del crollo di Ponte Morandi, sembra essere l’ennesima mancanza di rispetto per Genova da parte di Autostrade. Tant’è che il comitato nomine e remunerazioni di Autostrade aveva espresso la sua contrarietà rispetto a questa decisione. E quando oggi Castellucci parla di un percorso di uscita da Aspi iniziato da alcuni mesi, sembra far capire non si tratta di semplici dimissioni. Ma di una decisione concordata con la stessa famiglia Benetton che garantisce lo stesso Castellucci con altri incarichi autorevoli dentro il gruppo Atlantia. E in più c’è la stock option, senza vergogna.
Quando nei giorni scorsi abbiamo ascoltato a “Genova nel cuore” le parole di Egle Possetti, del comitato delle vittime di Ponte Morandi, sorella di una delle persone decedute, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione della totale mancanza di sensibilità dimostrata da Autostrade: alle famiglie non è stato inviato nemmeno un telegramma di scuse. E’ la punta di un iceberg, gelido come l’atteggiamento che Aspi ha tenuto nei confronti di Genova e dei genovesi dal giorno della tragedia in poi. La speranza è che “l’uscita” di Castellucci sia l’inizio di una totale inversione di rotta.
cronaca
L'uscita di Castellucci, un primo segnale con tre mesi di ritardo
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