cronaca

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 Continua a destare preoccupazione la questione amianto nelle pile del Ponte Morandi. È stato presentato un esposto alla Procura da parte dei vigili del fuoco che in quei giorni, oltre a soccorrere le persone nelle prime ore dal crollo, si sono occupati nelle settimane successive della rimozione dei detriti. E questa mattina si sono riuniti proprio per fare il punto della situazione al Cap in via Albertazzi.

"Oggi chiediamo che i vigili del fuoco vengano salvaguardati in materia di salute", spiega Stefano Giordano Coordinatore Nazionale Usb Vigili del Fuoco. "Ad oggi nessuno aveva parlato di amianto, siamo stati noi come Unione Sindacati di Base a denunciare per primi la possibile presenza, venendo derisi e denigrati dalla maggior parte delle persone esterne alla categoria. Oggi l'amianto c'è, si parla di come sgomberare i detriti da parte della autorità, ma non si parla di lavoratori".

Più tutela e più sicurezza, sono queste le richieste dei sindacati, per ogni tipo di intervento, dall'incendio in appartamento a casi più straordinari come per il Ponte Morandi. "Chiederemo di fare una lista di tutti gli interventi che ogni vigile del fuoco fa nell'arco della sua carriera, che termina a 62 anni. Spesso, infatti, pochi anni dopo alcuni scoprono di essere affetti da malattie professionali", continua Giordano. "Poi bisogna agire preventivamente come se le sostanze cancerogene fossero presenti: è impensabile che i vigili del fuoco debbano aspettare 7 mesi un'indagine dell'Arpal per sapere che è presente l'amianto". Anche perché non si sono occupati soltanto dei soccorsi e delle ricerche nei primi giorni, durante i quali secondo il decreto 81 l'esposizione a livelli di rischio, considerati normalmente non accettabili, sono motivati dalla “causa di
forza maggiore”, ma anche dello sgombero dei detriti.