
In Liguria la preoccupazione maggiore è concentrata nel ponente della regione. Con una produzione tipica legata soprattutto all'orto-floricoltura intensiva ma anche alle attività più tradizionali, come produzioni zootecniche, olivicoltura e viticoltura. Il rischio è che, se dopo due stagioni di carenza, anche la primavera non regalerà un po' di pioggia, le coltivazioni e le aziende potrebbero iniziare a soffrire. Ma questa situazione non è certamente nuova e a cadenza diverse si presenta sempre uguale e per questo nel tempo gli agricoltori hanno trovato delle soluzioni. "Si sono strutturate sempre di più con impianti di idrici performanti capaci di limitare gli sprechi e mantenere di conseguenza le necessità idriche delle diverse coltivazioni - spiega ancora Sampietro. Questo comporta un aumento dei costi? No al contrario, sono diminuiti i costi di produzione, un'ottimizzazione delle risorse idriche comporta infatti meno sprechi e quindi minori costi".
E' di oltre 42mila ettari la porzione di territorio ligure dedicata all'attività agricola, per un lavoro che vede impegnate oltre 10mila persone in tutto il territorio regionale. Ma qui nonostante le forti preoccupazioni lanciate a livello nazionale la situazione sembra molto più tranquilla. "Come Confagricoltura Liguria non abbiamo il sentore di una situazione di siccità capace di influenzare nel breve periodo le numerose aziende e le loro coltivazioni". Questa volta dunque una buona notizia per la Liguria.
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso