Con questa politica e dunque con Chabot al posto di Andersen e Thorsby al posto di Praet, conquistare il sesto o il settimo posto sarà un'impresa ardua. Fermo restando che non è questo il “problema”. La Sampdoria, per come è strutturata ora con la gestione Ferrero dipendente dalla strada obbligata delll’autofinanziamento e ancorata ad un sistema generale che alimenta il divario tra grandi, medie e piccole, anche sul piano arbitrale (come testimonia lo scandalo di Lazio-Atalanta in Coppa Italia) non può fare altro che lottare tra l’ottavo e il dodicesimo posto, come peraltro certificato dall'ultimo bilancio.
Ecco perché è stucchevole sentire parlare di Europa da parte di dirigenti e tifosi insoddisfatti solo perché Giampaolo è talmente abile da raggiungere i 45 punti con largo anticipo. Poi magari l'allenatore non è altrettanto motivante nel gestire i finali di stagione, questo è possibile, nessuno è perfetto. Ma senza un progetto tecnico e con giocatori in transito non sarebbe facile per nessuno, nemmeno per il suo eventuale successore, sia esso Mihajlovic, Semplici, Pioli o qualcun altro. Bisogna sapersi accontentare insomma senza gettare fumo negli occhi della gente e sbandierare traguardi non supportati dagli investimenti necessari a raggiungerli.
La Sampdoria farà comunque ancora un tentativo per trattenere Giampaolo, con cui è fissato un appuntamento lunedì o al massimo martedì mentre sullo sfondo restano - caldissime - le trattative di cessione della società.
IL COMMENTO
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