politica

Occhi puntati su un nuovo soggetto politico del governatore Toti
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Al netto delle questioni politiche, che pure contribuiscono a scuoterli, i numeri al Senato, per il governo gialloverde, restano risicati. L'approdo della senatrice M5s umbra Emma Pavanelli ha concesso certamente un po' di ossigeno alla maggioranza, ma non mette al riparo da agguati o incidenti parlamentari timore di ogni esecutivo.

Al momento la maggioranza a Palazzo Madama a 'quota 165', cio 4 voti al di sopra della cosiddetta 'soglia di autosufficienza', rappresentata dalla met pi uno dei componenti e fissata dunque a 161 voti. A questa cifra si arriva sommando i 107 senatori M5s, i 58 della Lega, senza contare i due voti degli esponenti MAIE, che finora hanno votato praticamente sempre con la maggioranza. Un dato non da allarme rosso, ma che rende delicata ogni lettura di provvedimenti particolarmente sensibili delicata, nel caso il governo dovesse contare esclusivamente sulle forze dei due partiti di maggioranza. Questo a causa della presenza, nelle fila M5s, dei cosiddetti "dissidenti", senatori che non hanno mancato nelle occasioni pi importanti, di marcare la propria contrariet ad alcuni provvedimenti "bandiera" del Carroccio.

Quanto alla possibilit di un nuovo assetto dell'emiciclo di Palazzo Madama,
tornata alla ribalta nelle ultime ore dall'annuncio di un nuovo soggetto politico da parte del governatore della Liguria, Giovanni Toti, dopo la sua fuoriuscita da Forza Italia, va detto che al Senato una recente riforma del Regolamento ha inasprito i paletti per la nascita di nuovi gruppi parlamentari in corso di legislatura, proprio per porre un argine al fenomeno dei cambi di casacca, anche se questo non influisce sulla libert di mandato e sui passaggi dall'opposizione alla maggioranza e viceversa.

Se prima era possibile, una volta raggiunta la quota di senatori prevista o ottenuta la deroga, dare vita a un nuovo gruppo e ottenere tutti i vantaggi connessi in termini di benefit e finanziamenti, oggi tale operazione resta possibile solo se si rappresenta un partito o movimento politico, anche frutto dell'aggregazione di pi sigle, che abbia presentato alle elezioni per il Senato propri candidati con lo stesso contrassegno. Si possono dunque costituire nuovi gruppi, anche in corso di legislatura, ma solo se corrispondono a partiti o movimenti politici che si siano presentati alle elezioni uniti o collegati. Ne deriva che i senatori potranno trasferirsi solo all'interno di gruppi gia' esistenti.