Mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conclude il primo giro di consultazioni per trovare un nuovo governo in seno al Pd veengono a galla le prime tensioni legate alla formazione dell'esecutivo. L'ipoetesi al momento più accreditata è quella di accordo M5s-Pd insieme a Leu, Autonomie e Gruppo misto. Nonostante quelle incertezza dalle dichiarazioni ufficiali del segretario dei dem Nicola Zingaretti c'è comunque un'apertura all'accordo con i Cinque Stelle ma solo dietro il rispetto dei cinque punti indicati nel corso della direzione di partito al Nazareno. E mentre nel frattempo inizia già il balletto del totonome per un eventuale premier, nel dibattito entra prepotentemente anche i discorsi delle opere pubbliche, con la Gronda di Genova che rischia di essere una prima importante spina nella difficile trattativa per trovare un'intesa capace di dare un esecutivo al Paese senza dover ricorrere al voto.
“Serve cercare opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari”. Così è scritto nero su bianco nell’analisi costi e benefici pubblicata on line dal ministero dei Trasporti in riferimento alla Gronda di Genova. Il By pass autostradale che nei progetti servirà a collegare Bolzaneto e Vesima senza passare dalla città. Ma da Roma arriva dunque uno stop all’opera, almeno così come è attualmente prevista nel progetto. Progetto che prevede un costo complessivo di 4,7 miliardi e dieci anni di lavori.
Subito son partite le critiche alla decisione. “Sarebbe un danno gigantesco per la città e per la Liguria tutta" hanno detto in una nota comune il governatore Toti e il sindaco di Genova Bucci. Sulla stessa lunghezza d’onda la dem Raffaella Paita che ritiene la Gronda un’opera fondamentale per lo sviluppo della città e della regione” ma mette nel mirino l’ex viceministro Rixi: “in un anno e mezzo al ministero non ha concluso nulla” dice Paita. Lo stesso Rixi, responsabile delle Infrastrutture della Lega rimarca invece il valore economico dell’opera ritenuto “assolutamente positivo e chiede che non si perda ulteriore tempo”. Soddisfazione arriva invece dal Movimento Cinque Stelle con il capogruppo in Regione Salvatore che vede riconosciuti a Roma le obiezioni avanzate dal suo partito: “E’ preferibile seguire lo scenario alternativo migliore, non la Gronda iniziale di Autostrade per l’Italia targata Benetton”.
E allora si fa largo di nuovo l’ipotesi della cosiddetta “gronda bassa” che rispetto al progetto bocciato dal ministero viaggerebbe più a valle, accostandosi di fatto al tracciato di quello sarà il nuovo ponte che sorgerà al posto del Morandi. E su questo punto è stato chiaro il ministro Toninelli: “La Gronda si farà e grazie al lavoro del Ministero sarà realizzata nei termini in cui è davvero utile a Genova e a tutti i cittadini italiani” ha ribadito Toninelli.
porti e logistica
Prove di governo giallo-rosso, tra le spine c'è anche la Gronda
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