cronaca

Uno dei borghi più belli d'Italia in Valle Stura
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Una nuova mostra della filigrana che duri tutto il mese di settembre e iniziative contro lo spopolamento con l'offerta di un polo dell'infanzia completo. Passa per questi due punti il futuro di Campo Ligure uno dei borghi più belli d'Italia centro della Valle Stura di poco meno di tremila residenti.


Il comune sorge a 342 metri sul livello del mare, in provincia di Genova, alla confluenza dei torrenti Ponzema e Angassino con il torrente Stura.


"Come tutti i centri dell Valle ma non solo - spiega il sindaco Giovanni Oliveri eletto lo scorso maggio - soffriamo un po' per lo spopolamento ed è un vero peccato: abbiamo una logistica abbastanza buona e cerchiamo di incentivare anche le giovani coppie per esempio con l'offerta di un polo dell'infanzia completo compreso l'asilo nido che dovrebbe partire a fine autunno".


E con un po' di orgoglio il primo cittadino racconta come l'anno scorso in paese siano nati 18 bambini "non saranno tanti ma è un buon risultato".


Campo Ligure ha uno dei centri storici meglio conservati della Liguria e ha nella filigrana il prodotto distintivo che il sindaco vuole rilanciare
: "vogliamo impostare dal nuovo anno una mostra per tutto il mese di settembre perchè la filigrana è quello che ci distingue visto che siamo centro nazionale di produzione".


Proprio qui infatti nel 1884, un maestro, Antonio Oliveri, aprì in proprio una bottega per la lavorazione della filigrana. Il suo esempio fu seguito da altri artigiani. Ancora oggi, come allora, nel suo laboratorio, un artigiano filigranista con “bruscelle” (pinze di varie misure), un cannello per saldare i fili d’argento, sulla sua piastrella, reinventa e crea i suoi ricami in argento: i gioielli in filigrana. La preziosità di questi oggetti non è data tanto dai materiali quanto dalla minuziosa e paziente lavorazione che si nasconde in ognuno di essi.


Il piatto tipico di Campo Ligure è una focaccia di farina di mais, la “revezora”
che - spiega il sindaco - per gustarla al meglio va mangiata con la testa in cassetta.


C'è poi un piccolo tesoro tra i vicoli del paese che sorge alla base del castello e della sua torre: si tratta del parco delle sculture lignee di Gianfranco Timossi una sorta di museo a cielo aperto di sculture in legno ricavate da tronchi di olivi vecchi di duecento anni e recuperati da Timossi.


Tra queste sculture alcune sono ispirate ai versi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso di Dante. Ci sono voluti cinque anni di lavoro per modellare il legno e per estrarre da questo tre allegorie di tre metri per tre. La particolarità più interessante di queste tre opere è che non sono costituite da elementi incollati o assemblati: il volume di tutte le sculture di Timossi corrisponde a quello del tronco dell’olivo.