Un'altra settimana di passione, un'altra settimana di trattative (e polemiche). Il caso dell'ex Ilva continua a tenere in apprensione il mondo del lavoro, dell'economia e della politica italiana. Già lunedì potrebbe esserci una nuova tappa della infinita diatriba tra i vertici di ArcelorMittala e il Governo. Il premier Conte avrebbe fissato un appuntamento con il patron del gruppo indo-europeo Lakshmi Mittal. Sì, c'è il discorso della reintroduzione dello scudo penale legata al tema ambientale ma non solo. E' una vera e propria partita a poker e sul tavolo si fanno largo nuovi scenari.
Si parla infatti di un maxi-sconto sul prezzo che ArcelorMittal paga per l'affitto degli stabilimenti e che ha già messo sul piatto per l'acquisizione dell'ex Ilva (1,8 miliardi). A questa ipotesi si aggiunge anche una trattativa per ridurre gli esuberi: dai 5mila ipotizzati dal gruppo a un numeri almeno dimezzato. Su queste basi il Governo giallorosso cerca di imbuonisi ArcelroMittal e farle fare un passo indietro rispetto alla 'bomba sociale' fatta esplodere la settimana scorsa con la decisione del gruppo di restituire ai commissari l'intero pacchetta 'ex Ilva'. Pd e M5s cercano di seguire una strada unica ma la questione la scia più di qualche frattura all'interno della maggioranza di Governo. L'ipotesi nazionalizzazione è l'ultima che si vorrebbe percorrere. L'opposizione attacca e chiede al Governo di tornare sui suoi passi.
"Bisogna fare quanto necessario per invertire un andazzo molto pericoloso per la nostra regione - spiega Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria -. Solo per l'ex Ilva ci sono 1300 persone a Genova a rischio a cui va aggiunto tutto l'indotto. Non si può più perdere tempo, non si possono più rinviare decisioni così importanti sul tema del lavoro in Liguria". Con il segretario regionale della Cisl che si sofferma anche su altre situazioni come l'esigenza per la regione di avere opere e infrastrutture che consentano una crescita e diano lavoro. Il tema ex Ilva tiene in apprensione i lavoratori di Genova. In città si ci si prepara a una grande mobilitazione per far sentire forte a Roma la propria voce. Con Taranto ferma anche lo stabilimento di Cornigliano rischia presto o tardi lo stop. Ma prima di occupare la piazza si guarda, con rabbia, verso Roma nella speranza che tutto torni al suo posto. Poi si prenderà una decisione.
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Ex Ilva, nuova settimana di passione: Conte prova a ricucire lo strappo con Mittal
Trattativa con i vertici del gruppo: scudo, sconto o nazionalizzazione
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