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Appuntamento il 23 e 24 novembre al padiglione Nouvel
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Prenderà il via sabato 23 novembre alle 9.30, alla Fiera di Genova presso il padiglione Jean Nouvel, il primo dei due giorni di appuntamenti previsti nell'ambito della convention nazionale di Cambiamo!, il movimento politico fondato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Esperienze di governo dei territori e temi nazionali: questi i contenuti, con i lavori che si apriranno sabato mattina con gli Stati Generali della Liguria, approfondimenti tematici con amministratori, categorie economiche, organizzazioni sindacali e rappresentanti del mondo del lavoro e della società civile.

Sabato dalle 14 inizierà la convention 'Sulla rotta giusta - Cambiamo la politica'
. Per gli organizzatori saranno circa mille gli ospiti attesi a Genova, dove per l'evento sono stati prenotati oltre 600 posti letto negli hotel, e saranno quasi 400 tra senatori, deputati, sindaci e amministratori i partecipanti che hanno già aderito al movimento. Prima di concentrarsi sulla convention, Toti ha incontrato il ministro Patuanelli al Mise – insieme al sindaco di Genova Marco Bucci - per un vertice su ArcelorMittal e il futuro dello stabilimento di Cornigliano della ex Ilva. La trasferta ‘romana’ Toti l’ha affrontata indossando la cravatta simbolo della tragedia di Ponte Morandi ‘Genova nel cuore’.

“Genova era ben rappresentata al Mise
e abbiamo ribadito al ministro Patuanelli che lo stabilimento di ArcelorMittal è un pezzo importante, un pezzo di storia e di futuro. Rappresenta un’eccellenza a cui neppure l’Italia può rinunciare, non solo la città di Genova e la Liguria. Abbiamo ragionato a lungo, oltre un’ora di incontro in cui ha promesso di tenerci informati. Le ipotesi sul tavolo sono molte. Tra queste ci sono quelle giudiziarie e quando si finisce in Tribunale in queste vicende è sempre inopportuno. Poi speriamo che almeno la magistratura abbia giudizio visto che la politica ne ha avuto poco. Ma non possiamo legare il tema dell'Ilva, che è industriale, alle sentenze dei tribunali. L'Italia non può rimanere senza acciaio e l'impianto di Genova ha bisogno di investimenti. Abbiamo un impianto che produce e funziona bene e quindi può stare sul mercato. Mi auguro che si apra una trattativa al più presto con ArcelorMittal per capire se ci sono le condizioni per recuperare".

Su ArcelorMittal, il Movimento 5 Stelle parla di bluff da parte dell’azienda franco-indiana, che scudo penale o meno avrebbe portato via le tende lo stesso dall’Italia…


“Non so con chi pensano di avere a che fare. Al di là del fatto che Mittal abbia o no usato lo scudo legale come pretesto - e io credo che sia un problema concreto perché lo stabilimento non è a norma di legge e come dicono i sindacati non è solo l’azionista ad avere un problema ma anche i dipendenti stessi che ci lavorano e lo scudo legale era necessario – Mittal è una grande multinazionale che lavora dove trova condizioni agevoli di mercato altrimenti se trova governi ostili, pregiudizi o situazioni più complesse evidentemente sceglie altre parti del mondo. Rischiamo anche che Mittal sia l’innesco per far fuggire altre multinazionali da questo paese. Il governo dei grillini – che sono una via di mezzo tra incapaci e velleitari – con quella loro politica per due voti in più a Taranto, solleticando le peggiori paure delle persone, hanno creato un disastro. Adesso provano ad addossare la colpa a Mittal che fa i suoi legittimi interessi da imprenditore. Nessuno difende l’azienda che certamente ha sfruttato a suo vantaggio la condizione che si è creata, ma la capacità di un governo è quella di mettere nelle condizioni il proprio interlocutore di non avere tutte le frecce nel proprio arco. Questi non sono stati nel modo più assoluto di farlo, anzi…”

Luigi Di Maio dice che “il M5s ha bisogno di ripensarsi”. Mai prima d’ora il maggiore tra i partiti di governo si è preso una pausa di riflessione dall’elettorato…


“E’ strano, un partito che governa questo paese con centinaia di parlamentari e che decide di prendersi un anno sabatico di vacanza per pensare ‘chi siamo e dove vogliamo andare’, domande più esistenziali che politiche, mi lascia preoccupato anche per il governo nazionale. Se non ti presenti alle elezioni perché non sai chi sei e cosa vuoi difficilmente riesci a governare l’Italia. E ce ne siamo in qualche modo accorti. Di Maio diceva ‘siamo qua per realizzare un grande sogno’, io temo che abbiano fatto piombare il paese in un grande incubo. Da quando governano i cantieri si chiudono, Mittal scappa, Whirlpool e 150 crisi aziendali lasciano a casa gli italiani… Se questo era il sogno che volevano regalare all’Italia, speriamo che l’Italia si svegli presto”.

Da governatore che punta alla riconferma, se il M5s non dovesse presentarsi alle elezioni in Liguria cambierebbe lo scenario?

“Non credo, cosi ci dicono i sondaggi che abbiamo e cosi ci dice il buon senso andando in giro tra le persone. L’alleanza di governo di centrodestra ha saputo governare bene, ha saputo includere tante persone. Basti pensare che la maggior parte delle nostre città ha sindaci civici. Questo dà l’idea della generosità che hanno dimostrato i partiti in questa alleanza di governo arruolando le energie migliori della società senza far valere il loro peso. Io credo che i liguri vogliono andare avanti in questa opera di modernizzazione, di svecchiamento, di novità che riguarda questa regione e ci voteranno qualunque sia il nostro avversario”.

Per Berlusconi, Pd e M5s sono “totalmente incapaci di governare un Paese". Almeno in questo siete d’accordo…

“Direi che ha perfettamente ragione. Con Berlusconi siamo stati spesso d’accordo sui contenuti politici e voglio ovviamente bene a una persona con cui ho fatto un pezzo di vita insieme. Non ho condiviso alcune scelte su Forza Italia, anche per il fatto che credo che la realtà mi desse ragione. Forza Italia è un partito che ha perso molti voti e negli ultimi anni poteva correre ai ripari. A questo punto, siccome le visioni erano inconciliabili, ognuno ha fatto la sua strada e siamo buoni vicini di casa”.

Lo ha invitato per la convention di Cambiamo! a Genova?

“Abbiamo invitato pochissimi alleati in realtà. Nelle prossime ore tireremo le somme, vedremo chi ci sta o chi no ci sta. Non abbiamo voluto fare la classica sfilata con gli alleati di governo che peraltro sono stati qua poco tempo fa. E’ una convention dove parliamo di Liguria per un pezzo insieme ai leader locali, quelli che hanno messo le mani insieme a noi nel lavoro di questi anni: Edoardo Rixi, gli amici di Fratelli d’Italia, i miei assessori. Poi parleremo con alcune personalità che abbiamo invitato perché hanno qualcosa di specifico da dire al di là del colore della loro maglietta. Ho invitato il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, perché ci unisce un rapporto antico e abbiamo due movimenti simili che nascono dall’esperienza sul territorio. Vogliamo parlare di Liguria e dell’esempio che il governo della Liguria ha dato al centrodestra in questi 5 anni”:

Teme che qualche ‘sardina’ possa fare irruzione alla convention nel fine settimana?

“I nostri mari sono pieni di acciughe e di sardine quindi può darsi che qualcuna finisca sul marciapiedi davanti al padiglione Jean Nouvel dove ci ritroveremo. Giusto che ci siano, hanno le loro idee, siamo in democrazia e confrontiamoci, ci mancherebbe altro. Quei movimenti spesso nascono sui social, di opinione, è giusto che ci siano, spesso sono così velleitari da non riuscire a concretizzare alcuna proposta politica al di là della protesta”.

Tanti si chiedono se ci sarà anche Matteo Salvini…

“Salvini non ci sarà perché sarà impegnato in campagna elettorale in Emila Romagna, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Con Matteo ci sentiamo abbastanza spesso, la comunanza e l’alleanza credo che siano scontate ormai dopo 5 anni. Molto spesso – e lo ringrazio – cita la Liguria come un ottimo crogiuolo per il centrodestra dove stiamo lavorando molto bene”.

Dopo la convention di Cambiamo!, cambierà il centrodestra in Liguria?

“Cambierà nel senso che spero che ci siano tante idee da applicare per il prossimo mandato in questa regione e spero che ci siano tante idee, che abbiamo applicato finora, che diventino anche elemento di un programma di governo di centrodestra che voglia vincere le elezioni ma che voglia convincere anche con un esecutivo capace di fare. Francamente l’esperienza giallo-verde ha lasciato tutti con l’amaro in bocca per come è stata, salvo casi sporadici grazie all’attività di ministri capaci come Salvini o come Rixi che per il territorio ha fatto moltissimo. In generale non è stato un governo che l’Italia rimpiangerà. Quello di adesso è pure peggiorato. Noi dobbiamo preoccuparci di vincere, in Liguria come in Italia, ma poi dobbiamo preoccuparci di cambiare davvero questo paese ed è per questo che ci chiamiamo ‘Cambiamo!’. Continuiamo a dire che troppe cose non vanno, ma troppo spesso c’è una timidezza di fondo o una incapacità a cambiare che ci lascia sempre inchiodati dove siamo”.