
Ultima solo in ordine di tempo, la caduta dal viadotto sulla A12 di un disco metallico del diametro di 30 cm. con i bordi diamantati, utilizzato per tagliare l’asfalto. “Questo disco metallico mi è caduto dal ponte dell’autostrada, me lo sono trovato davanti, avevo con me i miei due cagnolini, ci è mancato un soffio che colpisse me e loro, saremmo morti sul colpo”, racconta attraverso un video Francesco, abitante in via delle Gavette. “Ho sentito un tonfo metallico, tremendo, mi sono affacciata dalla finestra della cucina e ho trovato il signor Francesco immobilizzato, incredulo, di fronte al disco di metallo”, racconta Chiara Ottonello, residente in via delle Gavette e portavoce del Comitato abitanti sotto il viadotto Bisagno.
L’episodio, che risale a poche settimane fa, è solo l’ultimo in ordine di tempo, i cittadini della zona infatti, si ritrovano quasi quotidianamente a raccogliere materiale precipitato direttamente dall’autostrada. Prima di Natale intanto, si è tenuto a palazzo Tursi un incontro tra il comitato e alcuni rappresentanti del comune dal quale è stato annunciato un prossimo tavolo con Autostrade. La data però, non è stata ancora comunicata. Nel frattempo, la stessa Autostrade ha confermato che i lavori sul viadotto partiranno il prossimo marzo per una durata di almeno due anni. Dal comitato però, la richiesta suona forte e chiara: “Vogliamo conoscere il piano di ristrutturazione e di sicurezza di questo cantiere, stiamo aspettando risposte da parte di Autostrade che però stentano ad arrivare, siamo stufi di aspettare”, così a Primocanale la portavoce del Comitato abitanti sotto il viadotto Bisagno Chiara Ottonello.
È inoltre notizia di pochi giorni fa la rimozione delle barriere fonoassorbenti sulla tratta del viadotto Bisagno, un’ulteriore ‘cattiva notizia’ per quanto riguarda l’insicurezza degli abitanti di via delle Gavette. Arriva così, senza troppi giri di parole, il grido d’allarme e il monito dei residenti, direttamente dalla portavoce Ottonello: “Siamo stufi di urlare la nostra paura e di essere ancora qua senza soluzioni alternative, sicuramente faremo sempre più rumore per essere ascoltati, non è accettabile subire dei rischi di questo tipo, qui ci viviamo, ci sono famiglie e tanti bambini”. Il comitato, sempre più esasperato, si appella alle istituzioni, da Genova a Roma: “Prendete in esame la nostra situazione, affrontatela nel dovuto modo, viviamo in un paese civile, siamo nel 2020, certe situazioni sono diventate intollerabili”. Perché, come dicono i saggi, la pazienza ha un limite.
IL COMMENTO
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