C'è chi sorride, chi festeggia e chi invece fa oggi i conti con un ridimensionamento che era nell'aria. Il giorno dopo le elezioni in Emilia Romagna e Calabria i partiti guardano i dati e analizzano l'esito elettorale. Tra chi festeggia c'è il Pd che con Bonaccini ottiene la conferma alla guida dell'Emilia Romagna.
"Il dato dei tanti under 25 che hanno votato è molto importante - spiega il segretario provinciale di Genova Alberto Pandolfo -. In Emilia c'è stato un buon governo con una regione efficiente, che dà lavoro e qualità ai servizi destinati alla cittadinanza, è un traino per il Paese, il voto di ieri ci dice che hanno perso i voti poco consoni alle campagne elettorali". In Calabria la vittoria è andata al centrodestra con Jole Santelli che ha ottenuto la carica di governatore senza patemi e con un netto vantaggio sul rivale Callipo, oltre 25 punti percentuali di divario.
"Si ripresenta il bipolarismo e sarà sempre più così, i risultati di Calabria ed Emilia Romagna sono evidenti - analizza Carlo Bagnasco coordinatore di Forza Italia in Liguria -. In Calabria è andata molto bene, in Emilia un po' meno. Riconosco che non ho sentito pochissime persone dire che Bonaccini ha governato male, questo spiega il risultato in Emilia Romagna". A uscire sconfitti dalla tornata elettorale regionale sono i Cinque Stelle fermi al 7% in Calabria addirittura quasi al palo in Emilia Romagna dove il candidato Benini si è fermato al 3,5%. Dalle stanze nazionali dei Cinque Stelle non arrivano commenti nel post voto, il nuovo reggente capo politico Vito Crimi potrebbe rilasciare delle dichiarazioni nelle prossime ore. Mentre la candidata pentastellata al ruolo di governatrice in Liguria, Alice Salvatore, risulta a Roma per fare il punto sul prossimo impegno elettorale. "Il dato più importante di queste elezioni regionali, specie per l'Emilia Romagna, è l'elevata affluenza. Significa attenzione e partecipazione alla vita politica del paese - commenta Salvatore dalla Capitale -. Il Movimento, pur se in evoluzione, è ben presente in Emilia e in Calabria".
"Una serie di errori li ha condotti a percentuali molto basse. Se non fanno le correzioni il rischio è che diventino inesistenti. Le dimissioni del capo politico a pochi giorni dalle elezioni sono un altro elemento di de-responsabilizzazione. Credo sia stato un errore perchè in politica c'è sempre da prendersi le responsabilità. Il governo? I risultati sono un dato incoraggiante e il Pd acquista forza" spiega ancora Pandolfo. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Bagnasco: "I nemici dei Cinque stelle sono i Cinque stelle stessi. Non c'è un comune dove sono stati al governo che poi hanno vinto le elezioni, chi li conosce poi li evita" spiega con una battuta.
"Sicuramente è stata una bella giornata di democrazia: l’affluenza così alta significa voglia di partecipazione. E questo è un bene. La scomparsa del Movimento 5 Stelle per me è il secondo aspetto positivo: si riduce nella politica italiana l’approssimazione, il velleitarismo, il giustizialismo, l’odio sociale - spiega Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e leader di Cambiamo! che poi si concede un'analisi politica sul grande protagonista di oggi, il ritorno del bipolarismo -. Tornano a confrontarsi due coalizioni diverse tra loro, ma espressione della politica e non dell’antipolitica. In Calabria complimenti a Jole Santelli, speriamo sappia dare risposte a quella terra dopo cinque anni di pessimo governo di sinistra. In Emilia Romagna, se si chiuderà così, complimenti a Stefano Bonaccini. Ha dimostrato di avere l’apprezzamento dei suoi concittadini, oltre il consenso dei partiti della sua coalizione" conclude Toti.
In primavera anche la Liguria sarà chiamata al voto. Potrebbe essere ancora una sfida nel nome del bipolarismo? Il M5s ha individuato la sua candidata, il voto popolare espresso attraverso la piattaforma di Rousseau ha eletto ancora Alice Salvatore. "Per la Liguria il discorso è molto diverso. La presenza del Movimento è molto forte, e stiamo lavorando per riportare la politica sana alla guida della Liguria, dopo anni di politica dell'emergenza e di mancata visione globale dei problemi dei Liguri. Siamo già attivi sul territorio per far rinascere la nostra meravigliosa Regione" commenta Salvatore. Ma chi guarda con più ottimismo la contesa che prenderà sostanza da qui e per i prossimi mesi dopo il voto in Emilia e Calabria c'è il Pd, primo partito in entrambe le regioni: "C'è da lavorare, c'è speranza e c'è un modello che si può esportare anche nella nostra regione - spiega Pandolfo che mette nel mirino le elezioni. Un tema su tutti? Certamente i collegamenti e le infrastrutture devono essere la priorità per la nostra regione".
Il centrodestra è compatto e per l'appuntamento ligure ha il nome del candidato già scritto che punta alla riconferma. "In Liguria abbiamo un Bonaccini che è ancora migliore (Toti ndr). Il ponte Morandi è un simbolo dell'efficienza, la Liguria è una regione ben amministrata e sono convinto che i cittadini liguri lo stiano apprezzando" conclude Bagnasco.
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Regionali, da Emilia Romagna e Calabria segnali opposti per la Liguria
Il post voto e lo sguardo proiettato verso la elezioni di primavera
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