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Siamo sicuri che questo argomento sia così fondamentale per i liguri?
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Parte il countdown delle Regionali 2020 e la politica scalda i motori in vista della sfida che animerà nei prossimi mesi i candidati per il ruolo di Presidente. Se il centrodestra ha già scelto di puntare su un secondo mandato per Giovanni Toti il centrosinistra sta ancora tentando l’accordo con il Movimento Cinque Stelle e non ha ancora scelto su che nome puntare. Da qui al 31 maggio cresceranno gli articoli, i commenti e le indiscrezioni da parte della stampa sull’appuntamento atteso dall’intera Liguria.

Ma siamo sicuri che questo argomento sia così fondamentale per i liguri? Abbiamo provato a chiederlo agli spezzini, in un fine mattinata di mercato in Piazza Cavour nel cuore della città, dove, per intenderci, le sardine sono quelle dei banchi del pesce, e le risposte non sono state per nulla banali.

Quando si voterà per le Regionali? “Entro fine anno”, “Non ne ho idea”,
 “Ma non abbiamo appena votato?”. Insomma, non tutti sentono l’ansia da campagna elettorale e solo in pochi rispondono “entro il mese di maggio”. Chi è ora il Presidente della Regione Liguria? Giovanni Toti, grazie anche alle sue grandi doti comunicative, supera l’esame ed è nominato dai più. In alternativa: “Il nostro sindaco - Pierluigi Peracchini - è il presidente, e sta lavorando anche bene, speriamo continui così”.

Chi vorrebbe vedere candidato? In risposta non ci sono né nomi né bandiere. C’è chi ammette di non subire per nulla il fascino della classe politica, chi spera che vengano candidate persone che facciano il bene del territorio e in grado di dare uno scossone alla situazione economica provinciale e regionale. E, infine, c’è chi confessa che quando sente parlare di politica in tv si affretta a cambiare canale.

Può sembrare strano che persone comuni, impegnate nel proprio lavoro quotidiano, si sentano così lontane e indifferenti alla politica? Forse. Ma è uno specchio della realtà e di sicuro un punto da cui partire. Mentre partiti e coalizioni si stanno già muovendo nel formare le proprie squadre, tanti elettorali restano volutamente avulsi e ignari di piani e giochi. E per convincere chi ormai ha anche perso qualsiasi speranza e interesse per recarsi alle urne occorre, nell’era dei social, tornare ai vecchi metodi di promozione: presentarsi di persona con umiltà e con il sorriso e con più voglia di ascoltare i problemi della gente.