
Zaki, attualmente iscritto a un master in Studi di genere presso l’Alma Mater Studiorum e fermato e torturato al suo arrivo all’aeroporto del Cairo per accuse tra cui “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e "istigazione alla violenza e ai crimini terroristici" è considerato da Amnesty International un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media. Il governo egiziano ha fissato per il 22 febbraio l’udienza in tribunale per il suo caso. Con una lettera all'ambasciatore egiziano a Roma, il direttore di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, ha subito espresso le proprie preoccupazioni per la situazione dello studente egiziano.
IL COMMENTO
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