Parlamento italiano chiuso, causa coronavirus. Una situazione senza precedenti nella storia della Repubblica italiana. I parlamentari sono costretti a lavorare a casa, soccorsi dalla tecnologia che permette ormai delle call conference senza problemi e senza spese aggiuntive. Anche il deputato ligure Edoardo Rixi, parlamentare della Lega e responsabile nazionale alle infrastrutture per il suo partito, prosegue la sua attività
Intervenuto via Skype su Primocanale, intervistato da Giuseppe Sciortino, è subito entrato nel merito dell’emergenza sanitaria coronavirus. In particolare sulla vicenda legata al farmaco sperimentale Remdesivir, "bloccato però dalla burocrazia" come aveva denunciato il professor Matteo Bassetti del Policlinico San Martino di Genova (CLICCA QUI). Rixi ha anche parlato del decreto 'Chiudi Italia' e dei rischi a cui va incontro l'economia del Paese senza adottare strumenti adeguati.
Come sta vivendo questo allontanamento fisico dalla politica?
"Come vivono molti cittadini. Siamo costretti a stare in isolamento e credo sia doveroso per aiutare i medici e non mettere sotto stress eccessivo la sanità"
E' stato bloccato l’utilizzo del Remdesivir, farmaco sperimentale. I parlamentari liguri della lega hanno chiesto che venga consentito l'utilizzo senza tanta burocrazia.
“La burocrazia sta uccidendo questo paese. In questi momenti di emergenza si vede come si continui a portare avanti una burocrazia eccessiva. In momenti eccezionali come questo bisogna agire e trovare il prima possibile un vaccino e delle cure che consentano di salvare le persone che si ammalano in modo rapido. Bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo. Se stiamo a guardare tutte le burocrazie tra due anni saremo ancora qua a chiederci quali farmaci dobbiamo sperimentare. Il paese e gli italiani non si meritano di aspettare due anni. La burocrazia in questo paese deve capire che in questo momento ci si sono delle esigenze che sono superiori alla forma".
Contro il decreto Chiudi Italia nelle ultime ore c’è lo sciopero di alcune aziende considerate strategiche, anche per la difesa del Paese, ad esempio il Leonardo. Questo forse è anche il segno della tensione che c’è nel Paese.
"C’è tensione perché purtroppo ci si è mossi troppo tardi e con troppa prudenza. Ad esempio Tutti gli ordinativi di Dpi molte aziende li stanno ancora aspettando e questo ha esposto i lavoratori a pericoli di contagio. In posti affollati, questo incrementa i casi positivi. Anche noi nel decreto chiediamo che il settore della logistica venga messo in prima fascia, come se si trattasse di personale ospedaliero. Non solo le aziende strategiche ma anche molti corrieri e aziende di autotrasporto hanno difficoltà a fare le consegno e questo vuol dire rischiare di ritrovarsi senza la merce sugli scaffali dei supermercati. Ad esempio tutto l’agroalimentare siciliano che deve essere sbarcato nei porti e arrivare nella grande distribuzione fa fatica a essere movimentato. Quindi su questo siamo in ritardo di qualche settimana. Speriamo la settimana critica sia questa e che una volta superata si riesca a riattivare il sistema. Ma io non sono tanto preoccupato per chi ha chiuso, ma per chi deve tenere aperto e rischia di non riuscire a tenere aperto. Questo potrebbe essere il grande problema delle prossime settimane. Io credo che ancora per aprile ci sarà tanta sofferenza e tensioni su tutto il sistema produttivo. Questo vuol dire che bisogna fare presto, magari convertire qualche azienda in Italia perché non si può aspettare settimane per mascherine e respiratori per dotarci di nuovi posti letto".
Conosce bene lo stato di salute dei porti di tutto il Paese. La Liguria e l'Italia cosa rischiano realmente.
"Il Paese rischia molto perché tutti gli approvvigionamenti di idrocarburi arrivano dal mare. Abbiamo problemi sulle materie prime e derrate alimentari. Sappiamo che le vie terrestri rischiano di avere problemi. L’unico collegamento col mondo rimangono i porti. Se vanno in difficoltà potrebbe esser un grande problema. Quindi bisogna rafforzare la filiera logistica e bisogna capire che le città portuali hanno bisogno di più posti letto negli ospedali. Uno dei temi che il governo non ha affrontato è il ritorno delle crociere, come nave Luminosa a Savona. È un tema che si riproporrà nelle prossime settimane in altri porti".
Nel frattempo il ponte per Genova ha raggiunto l’80% della sua dimensione, il suo cantiere è stato definito 'strategico'.
"Questo dimostra che in Italia le cose si possono fare velocemente e fatte bene ma bisogna avere il coraggio di andare contro la burocrazia. Il problema è che ci siamo dati troppe regole e ci si ferma dietro procedure burocratiche. Si è visto che con il decreto Genova che ha dato poteri straordinari al commissario Marco Bucci si sono portate avanti tutte le procedure e si sono ristretti i tempi. Anche in questo momento di difficoltà si riesce a tenere il cantiere aperto. Troppo spesso si cita il Decreto Genova come esempio e poi si fanno cose diverse. Chi ha scritto quel decreto sa che è stato l’unico caso in cui sono stati dati poterei contro la burocrazia a un commissario e ha funzionato. Il male del Paese sono leggi spesso scritte male e lo vediamo anche dai decreti. Quando vedo che le aziende per prendere i soldi devono fare calcoli astrusi e compilare moduli, è evidente che chi scrive quelle leggi ne capisce poco. Oggi bisognerebbe usare strumenti semplicissimi per non creare altri problemi alle aziende".
Il decreto Chiudi Italia, Maurizio Landini di Cgil e Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, sono d’accordo nel ritenere che “questo decreto è stato stravolto”. Non capita spesso di vederli d'accordo su una questione...
"Non ci sono una serie di tutele e non ci sono previsioni di medio periodo. Non si può andare avanti con decreti di settimana in settimana. Bisogna dare delle prospettive per queste aziende, magari riconvertirne alcune affinché producano materiale sanitario in loco vista la difficoltà di farlo arrivare dall’estero. Ma soprattutto bisogna consentire di avere procedure semplici. Bisogna fare una sorta di legge finanziaria per il 2020 perché l’anno avrà dei problemi. E questo è un tema che il Governo continua a non voler affrontare. Per alcune filiere bisogna dare la certezza di avere sicurezza sanitaria per i lavoratori. Non voglio fare polemiche, mi auguro che il Parlamento venga riaperto ma ritengo che non si possa andare avanti alla giornata. C'è una mancanza totale di visione del sistema Italia".
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