cronaca

Lo scambio tra chi vive situazioni simili offre la possibilità di maturazione per tutti
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In tempi di “disorientamento e solitudine da Coronavirus” il Comune di Genova con l'Agenzia per la Famiglia invita i cittadini ad attivare gruppi di Auto-mutuo-aiuto virtuali. Lo scambio interattivo continuo tra ‘pari’, cioè tra chi vive o ha vissuto situazioni simili, non ha la pretesa di risolvere i problemi ma offre la possibilità di un confronto che può diventare occasione di crescita e maturazione per tutti. Ora questo scambio si sposta sulle piattaforme online, come WhatsApp, Zoom, Skype e altre. Il Comune ha voluto che il 2020 fosse proprio l'anno dedicato all'Auto-mutuo-aiuto, di cui a Genova si stimano già attivi circa 100 gruppi formati da volontari, che si riuniscono settimanalmente su varie esperienze di vita (elaborazione di un lutto, dipendenze, l'adozione di un figlio, difficoltà relazionali). Nei mesi scorsi, il Comune ha organizzato incontri con assistenti sociali, educatori, medici e altri professionisti per far conoscere le potenzialità dell'auto-mutuo-aiuto e per diffondere questo metodo, che può prevenire il disagio, aiutare le persone attraverso l'ascolto e rimettere al centro le relazioni.


L'emergenza Coronavirus non può interrompere questo importante supporto reciproco e anzi dall'emergenza possono nascere nuovi bisogni e nuove opportunità di auto-mutuo-aiuto. “Il momento che stiamo vivendo è una maxi esercitazione di auto-mutuo aiuto”, sostiene lo psichiatra Giorgio Schiappacasse, membro dello staff degli Stati generali dell'educazione. “Il Covid-19 ci ha spinti ad aiutarci l'uno con l'altro, sia rispettando le regole che ascoltandoci e incoraggiandoci, anche con iniziative come i concerti dai balconi. Essere costretti a stare chiusi in casa crea disorientamento e solitudine – un altro virus della nostra società – ma può essere un'occasione per fermarsi e riflettere”.

Di qui la proposta del Comune, che consiste nell'attivare gruppi organizzati, con regole precise, ad esempio realizzare uno o due incontri virtuali settimanali da un'ora e mezza, per discutere anche di come si sta vivendo ai tempi del Coronavirus. Un'altra regola è di lasciare un ‘posto sospeso’, cioè di non aprire il gruppo solo alla cerchia di amici o di persone che già si conoscono, ma di cercare di includere membri esterni. I benefici, secondo lo psichiatra Schiappacasse, sono notevoli: “L'ascolto degli altri e di sé stessi, senza giudizi, è una palestra emotiva che aiuta a trovare energie che prima non si sapeva nemmeno di avere”.