cronaca

Una durata eccessivamente lunga riduce gli spazi del confronto concorrenziale
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"Non andrebbero disposti rinnovi automatici e proroghe delle concessioni autostradali che finiscono per bloccare lo sviluppo dell'economia e impedire al mercato concorrenziale di produrre i suoi effetti, con ricadute sulla efficienza e l'innovazione". Lo ha affermato Enrico Quaranta, capo di gabinetto dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato nel corso dell'audizione alla ottava Commissione del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle concessioni autostradali.

L'autorità ritiene opportuno che "le amministrazioni competenti valutino la congruità della durata delle attuali concessioni esistenti rispetto al valore della concessione, alla complessità organizzativa oggetto della stessa e degli investimenti effettuati. In questa ottica, la durata potrebbe essere eventualmente rideterminata, all'interno di un più ampio processo di revisione delle concessioni vigenti e, salva la praticabilità giuridica di tale soluzione, rideterminata laddove eccedente il periodo di tempo ragionevolmente necessario al recupero degli investimenti sostenuti e a una remunerazione del capitale investito".

Secondo l'Antitrust, è necessario contenere la durata degli affidamenti delle concessioni autostradali per contemperare gli incentivi agli investimenti con la tempestività dell'adeguamento delle condizioni dell'offerta. La maggior parte delle concessioni arriva al 2030 e quella di Autostrade per l'italia addirittura al 2042: questo ha l'effetto di produrre un rilevante ingessamento del sistema. Una durata eccessivamente lunga riduce ingiustificatamente gli spazi del confronto concorrenziale, ha fatto notare Quaranta.