Il nuovo Ponte di Genova torna a essere un caso, con le opposizioni che alzano una vera bufera sul Movimento 5 Stelle. Dal M5s arriva subito la risposta dello staff maggiore, che replica: "noi, sulla revoca della concessione ai Benetton, non arretriamo". Al centro della polemica la lettera con cui il ministero delle Infrastrutture, guidato da Paola De Micheli, annuncia di rispettare la convenzione con Autostrade, unica strada per rendere subito percorribile il viadotto. Ma è il premier, Giuseppe Conte, a gettare acqua sul fuoco nella discussione e annuncia: "Chiuderò la procedura in settimana", annuncia.
Sottolinea di "sottoscrivere la dichiarazione della presidente del comitato delle vittime del Ponte Morandi". Il presidente del Consiglio aggiunge: "Finché resta la concessione ad Autostrade, il Ponte deve essere gestito da loro". A sparare ad alzo zero contro il Movimento, che per due anni, viene sottolineato, dopo il crollo del Morandi ha perseguito la strada della 'cacciata' dei Benetton, è, innanzitutto, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ma certo, né Salvini, né Forza Italia fanno passare sotto silenzio la vicenda. Anzi, puntano il dito sul largo raggio, denunciando la rissa in corso fra Pd e M5s, alleati di governo.
Tutto comincia il 14 agosto del 2018 con il crollo del Ponte Morandi. Da allora sono passati quasi due anni ma lo stallo continua tra minacce, tentativi di riconciliazione e timore - da parte del governo - di dover pagare la 'bellezza' di 23 miliardi di euro in caso di revoca della concessione. Da quell'agosto 2018 il M5s considera la revoca della concessione ad Aspi come un passaggio assolutamente imprescindibile. Inizia cosi' il braccio di ferro tra la controllante di Aspi, Atlantia e il governo. E' di pochi giorni fa l'appello del gruppo Benetton all'Europa in una lettera inviata al vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis in cui il gruppo accusa l'esecutivo italiano di aver violato le regole europee con il Milleproproghe che ha consentito di "ridurre drammaticamente" la compensazione riconosciuta al gruppo nel caso di revoca anticipata al contratto di Autostrade per l'Italia.
"Confermata la concessione ad Autostrade? Cosa non si fa per salvare la poltrona, 5 stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso: colpa di Salvini anche questo?", scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, e accusa Pd e M5s, di essere "incapaci" al potere. Da Gelmini, capogruppo FI alla Camera, arriva una domanda: "Cosa dicono i vari Di Maio, Di Battista, Toninelli, e compagnia cantante? Hanno bloccato il Paese per due anni senza alcun motivo ed oggi ingoiano, in silenzio, questa decisione solo per amor di poltrona".
Ma subito arriva dal Movimento il fuoco di fila delle risposte, a partire dal capo politico, Vito Crimi e dal capo delegazione al governo, il Guardasigilli, Alfonso Bonafede: "Il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro", ribadisce Crimi. "Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta. Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo Ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana", è la posizione di Bonafede, e capo delegazione del Movimento 5 Stelle.
"Salvini e la Lega sul Ponte di Genova devono solo tacere. Nel Conte 1 si sono opposti alla revoca quando avrebbero potuto votarla col M5s. Hanno sempre frenato e messo i bastoni tra le ruote. Ora il Pd non faccia come Salvini e ci permetta di togliere ai Benetton le nostre autostrade". Così in una nota il senatore M5s Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture al tempo del crollo del ponte sul Polcevera il 14 agosto 2018.
I pentastellati in Liguria sono sul piede di guerra. "Esprimo sconcerto per l'ipotesi di affidamento ad Autostrade del nuovo Ponte sul Polcevera, comunicata a poche ore dalla pronuncia della Corte Costituzionale sul ricorso della concessionaria e prima dell'imminente decisione sulla caducazione della concessione", scrive su Facebook il senatore del Movimento 5 stelle Mattia Crucioli in un post intitolato 'La fiducia non è a prescindere'. "Non mi resterà che far mancare l'appoggio a questo governo qualora non venga data pronta risposta alla mia interrogazione e qualora la vicenda non venga affrontata con l'attenzione e la dignità che la morte di 43 persone e lo sgomento di un intero paese impongono".
Altrettanto chiara in casa M5s la senatrice genovese Elena Botto. "Sul Ponte di Genova la posizione del Movimento 5 Stelle è chiara: i Benetton non devono gestire più le autostrade. Le uscite sguaiate della Lega poi sono ridicole: ricordiamo che Salvini è stato il primo difensore delle casseforti dei Benetton, già poche settimane dopo del crollo del Morandi. Quindi il Carroccio non è credibile sul tema autostrade. Altresì, il discorso dell'unitarietà della concessione della ministra De Micheli non tiene: dare in gestione ad Autostrade, quindi Atlantia, è uno sfregio ai parenti delle vittime per noi inaccettabile".
"Il premier Conte ha dichiarato che il dossier autostrade è ancora aperto e che il Governo sta cercando una soluzione, attraverso un confronto con Autostrade per definire le condizioni che porteranno alla revoca, mai messa in dubbio da nessuno. Nessuno speculi sulle notizie uscite in queste ore: purtroppo per rispettare procedure in essere, il concessionario fino all'inaugurazione resta Autostrade e questo è stato chiarito anche dalla ministra De Micheli. Su chi dovrà gestire il ponte dopo nessun tentennamento: non sarà una società che per negligenza ha provocato la morte di 43 persone", dichiarano deputati liguri pentastellati Sergio Battelli e Simone Valente.
Tutto comincia il 14 agosto del 2018 con il crollo del Ponte Morandi di Genova. Da allora sono passati quasi due anni ma lo stallo continua tra minacce, tentativi di riconciliazione e timore - da parte del governo - di dover pagare la 'bellezza' di 23 miliardi di euro in caso di revoca della concessione. Da quell'agosto 2018 il M5s considera la revoca della concessione ad Aspi come un passaggio assolutamente imprescindibile. Inizia così il braccio di ferro tra la controllante di Aspi, Atlantia e il governo. E' di pochi giorni fa l'appello del gruppo Benetton all'Europa in una lettera inviata al vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis in cui il gruppo accusa l'esecutivo italiano di aver violato le regole europee con il Milleproproghe che ha consentito di "ridurre drammaticamente" la compensazione riconosciuta al gruppo nel caso di revoca anticipata al contratto di Autostrade per l'Italia.
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Ponte Genova, bufera M5s contro il ministro De Micheli: "Pd revochi concessione a Benetton"
Per il senatore Crucioli "la fiducia non è a prescindere"
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