"Se identifichiamo un caso di covid positivo che non ha collegamento con altro link positivo faremo il tampone immediatamente in tutta la classe. Poi abbiamo sviluppato un algoritmo per cui in alcune situazioni faremo il tampone. Attenzione però, a volte non è necessario e nemmeno corretto fare subito il tampone perchè bisogna aspettare il periodo di incubazione". Filippo Ansaldi, virologo e responsabile della prevenzione di Alisa spiega come la struttura sanitaria si è preparata ad affrontare il ritrono a scuola degli studenti. La prima campanella è suonata e i giovani studenti dopo quasi sette mesi sono tornati ad occupare banchi e sedie delle classi.
Il responsabile di Alisa sottolinea anche l'importanza di muoversi immeditamente una volta riscontrati i casi "per evitare la circolazione del virus in ambito scolastico. Dovremo prestare attenzione a tutti quei casi di sintomi febrili, tosse, ecc che sono molto frequenti nei primi anni di vita. Probabilmente andremo a superare di gran lunga i 20 casi al giorno quando inizieranno a circolare i diversi virus respiratori" spiega Ansaldi. Mentre sul caso spezzino che ha portato alla decisione di rinviare di dieci giorni l'inizio delle scuole Ansaldi spiega che "le ordinanze messe in atto hanno l'obiettivo di ridurre l'impatto di questo cluster, fermo restando che la scuola è uno dei posti più sicuri dove i nostri ragazzi possono andare".
Un augurio di buon rientro a scuola a tutti gli studenti arriva anche dal direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti: "Si doveva iniziare e si è iniziato, almeno dove si è potuto e voluto iniziare". Ma Bassetti in un post su facebook porta avanti tre diverse riflessioni. La prima: "Alcuni italiani (purtroppo molti) non hanno capito che se si hanno sintomi respiratori (tosse, febbre, naso che cola, malessere generale) bisogna stare a casa e non andare in giro o a lavorare. E invece c'è qualcuno che con questi sintomi va addirittura a fare assistenza sanitaria, senza le adeguate protezioni, agli anziani o anche in ospedale (ho la prova di quello che dico da alcuni contagi avvenuti recentemente). Questa dovrebbe essere la prima regola di convivenza civile al tempo della pandemia. E' importante che ne sottolineiamo l'importanza, altrimenti qualcuno pensa che l'unica cosa importante sia la mascherina e con quella possiamo fare tutto".
Il secondo punto è invece un invito diretto direttamente al governo di rivedere la tempistica della quarantena: "La Francia ha approvato i 7 giorni. A questo punto anche noi dovremmo adeguarci, magari con una soluzione di compromesso: 10 giorni senza tampone oppure 7 giorni con tampone per poterla finire. Speriamo che il ministero cambi questa regola" spiega ancora Bassetti.
Infine il terzo punto riguarda il tampone, o meglio il doppio tampone utile al momento in Italia per essere dichiarato ufficialmente guarito dal covid-19. "La terza osservazione è quella relativa alla necessità del doppio tampone negativo per poter essere "liberati" da una gabbia burocratico-sanitaria inutile. Le regole internazionali sono molto chiare. Basterebbe leggere i documenti Oms e Cdc. Anche qui dovremmo cambiare per evitare di continuare a "segregare" gente per periodi troppo lunghi e probabilmente inutili".
L'Oms ha modificato i criteri per la dimissione di pazienti in isolamento a causa del Covid. Nelle linee guida provvisorie non viene più raccomandato il doppio tampone negativo per certificare la guarigione e far cessare l’isolamento per i pazienti. Saranno sufficienti tre giorni senza sintomi. Per i pazienti sintomatici: 10 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi, saranno sufficienti 3 giorni senza sintomi (senza febbre né sintomi respiratori).
Per i casi asintomatici: 10 giorni dopo il test positivo per Sars-CoV-2. Se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, il paziente potrebbe essere liberato dall'isolamento dopo 10 giorni + 3 = 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; per un paziente con sintomi per 14 giorni, il paziente potrà essere dimesso (14 giorni + 3 giorni =) 17 giorni dopo la data di insorgenza dei sintomi; per un paziente con sintomi per 30 giorni, il paziente potrà essere dimesso (30 + 3 =) 33 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi.
salute e medicina
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