Elencare le reiterate gaffe che hanno alimentato nel corso del programma (fortunatamente andato in onda a tarda notte) la “Fremdschamen” collettiva dei sampdoriani svegli a quell’ora risulta quasi stucchevole, un giro di coltello nella piaga. Ma questo è. Ferrero ha iniziato citando il film “Stanno tutti bene” di Giuseppe Tornatore con Marcello Mastroianni e srotolando la pellicola stava per scivolarci sopra deridendo gay ed escort: è stato “salvato”, nel senso di interrotto, da Piero Chiambretti, che non è certo un’icona del politicamente corretto, ma è un formidabile, arguto e sveglio “animale” da studio televisivo. Attapirato per questo brusco stop, il presidente Ferrero ha allora virato sul collega granata Urbano Cairo, “accusato” di avere i soldi di cioccolato, ovvero che si sciolgono in tasca. Battuta anche divertente, se non fosse arrivata da chi i soldi li attinge dalla sua stessa società ed ha appena ceduto due “suoi” calciatori, Linetty e Murru, proprio al Torino. Già, ma tutto questo Ferrero non lo sa o finge di non saperlo, visto che è tornato ad autoproclamarsi, con la complicità degli astanti, un presidente operaio. A 95 mila euro di emolumenti al mese, rammentiamo noi, sempre che i bilanci della Sampdoria contino ancora qualcosa.
La “chicca” finale ha coinvolto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che si è dichiarato favorevole alla parziale riapertura degli stadi ai tifosi italiani. Ferrero gli ha inveito contro, urlandogli da par suo di “fare qualcosa, anziché parlare e basta, essendo lui al governo”. Il tentativo di Chiambretti e dello stesso De Magistris di spiegare a Ferrero che essere sindaco di Napoli non significa essere necessariamente in Parlamento o al Governo, è risultato vano.
In mezzo a questa melassa fangosa è timidamente emersa tuttavia una scomoda verità, scivolata subito in secondo piano nello show chiambrettiano: in uno slancio di sincerità – che, va riconosciuto, a volte non gli difetta – Ferrero ha citato quel “famigerato” indice di liquidità introdotto nel 2015 dalla Federcalcio e che, probabilmente, è alla base del mercato bloccato della Sampdoria. Si tratta di un valore che misura il rapporto tra Attività e Passività correnti e quindi la capacità di una società di garantire economicamente la propria campagna acquisti.
Nonostante questo, l’unica cosa a sopravvivere all’ennesima pagliacciata mediatica nazionale del presidente di una gloriosa società di calcio fondata nel 1946 da persone perbene e portata avanti per 68 anni circa da persone altrettanto perbene è stata la Fremdschamen dei (pochi) tifosi sampdoriani sopravvissuti davanti allo schermo sino alla fine della trasmissione. Chi vi scrive lo ha fatto SOLO per dovere professionale.
IL COMMENTO
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