"Oggi i dati ci dicono che siamo nella stessa situazione di inizio marzo, stessi numeri ma con caratteristiche diverse". Giancarlo Icardi, direttore della clinica di Igiene del policlinico San Martino di Genova fa il quadro della situazione Covid. In Liguria l'ultimo bollettino parla di 3.068 persone attualmente positive, 159 ospedalizzati di cui 22 in terapia intensiva e 1579 persone in isolamento domiciliare. Ma quella che si sta presentando è una situazione simile nei numeri ma decisamente diversa riguardo al quadro clinico dei pazienti positivi al Covid.
E' lo stesso Icardi a spiegare perché: "Da un punto di vista pratico, se i numeri sono quelli di marzo, l'età mediana è decisamente inferiore rispetto a quella del periodo acuto della pandemia, in questa fase tanti casi sono in soggetti giovani, poi ora grazie al tracciamento troviamo anche soggetti asintomatici o con l'insorgenza dei sintomi al principio. Quando eravamo in piena epidemia, i soggetti che arrivavano in ospedale avevano infezione che duravano 5-6 giorni, ora che abbiamo aumentato il numero di tamponi e la capacità di intercettare quei casi asintomatici o inizialmente sintomatici, praticamente il ricovero avviene in seconda battuta e inoltre i medici hanno più possibilità terapeutica".
La Svizzera ha messo la Liguria nella 'lista nera', quarantena obbligatoria per chi arriva dalla Liguria. Ma la questione come sempre avviene avviene in questi casi accende perplessità e polemiche. Ad esempio consideriamo un residente di un altra regione che vive in Liguria e decide di andare in Svizzera, il soggetto in questione se non dichiara il suo domicilio non deve sottostare alla quarantena. Un ligure che invece ha la residenza in Liguria ma vive da anni per esempio in Veneto per lavoro se decide di andare in Svizzera sarebbe costretto alla quarantena. Pecche e storture di un sistema che vuole inquadrare e imporre confini geografici a ogni costo.
"Quando parliamo di virus e batteri mi piace ripetere che non esistono confini - spiega ancora Icardi -. Queste barriere messe dall'uomo. Il virus è nato in una zona precisa ma poi si è espanso in tutto il mondo. Il modo corretto è adottare in modo individuale le tre misure che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi: mascherine, distanziamento e lavaggio frequente della mani, questa è la barriera di trasmissione del virus. Quindi non è tanto importante limitare la circolazione delle persone da una nazione all'altra ma seguire le indicazioni sanitarie utili a limitare il contagio".
Ma la preoccupazione sale, il periodo dell'influenza stagionale si avvicina giorno dopo giorno e il rischio di confondere i sintomi è alto. Per questo la campagna vaccinale contro l'influenza stagionale è stata annunciata con l'intenzione di partire in anticipo rispetto al passato. Tuttavia qualche ritardo sempre evidente nel processo che dovrebbe portare le dosi a disposizione del personale medico. Tuttavia dallo stesso Icardi arriva una voce tranquillizzante: "Il fatto che il vaccino non sia stato ancora consegnato dipende dalle aziende produttrici dei vaccini che sono in ritardo, non è un fattore che riguarda solo la Liguria ma anche le altre regioni. C'è un certo ritardo nella consegna che doverebbe avvenire comunque in questi giorni. Vorrei dire che due-tre giorni di ritardo non devono preoccupare, la vaccinazione di solito parte a novembre, quest'anno stiamo anticipando a ottobre, ci vuole un po' di pazienza" conclude il direttore della clinica di Igiene del policlinico San Martino di Genova.
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Covid in Liguria, Icardi: "Stessi numeri di inizio marzo ma situazione diversa"
E sul vaccino anti-influenzale possibile ritardo di qualche giorno
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