
Il sistema è stato adottato a Genova dopo la scoperta di un cluster nel centro storico. A quel punto è scattato l'allarme. La prima misura è stato lobbligo a tutte le ore lungo i vicoli della mascherina addosso, decisione presa prima che arrivasse il provvedimento del governo. Poi è arrivato il laboratorio per i test. Con l'ambulatorio mobile della Commenda si è di fatto replicato quanto già sperimentato alla Spezia dove un altro cluster si era sviluppato. Test a raffica dunque che sono stati apprezzati dalla popolazione. Genovesi arrivati da tutte le parti della città, da Molassana, da Sampierdarena e da Rivarolo. Durante il giorno però solo i primi 200 possono sottoporsi al test del tampone. Per questo qualcuno pur di non perdere l'occasione è arrivato anche in piena notte (GUARDA QUI).
Ora all'orizzonte si aprono due strade, la prima è quella che la struttura mobile, che sarebbe dovuta restare operativa per due settimane, rimanga attiva ancora per un po' (alla Commenda o in un'altra struttura), l'altra è che il sistema possa essere allargato ad altre zone della città così come confermato dallo stesso direttore generale della Asl3. Facile immaginare allora una diffusione capace di coprire il modo più puntuale la città con postazioni anche nel levante e nel ponente genovese. In questo senso nelle prossime settimane potrebbero esserci delle novità.
"Questo servizio serve anche per dare tranquillità alla gente. Il covid è un problema sanitario ma anche sociale - spiega ancora Bottaro -. La paura, la difficoltà di andare a eseguire un test perché i passaggi spesso e volentieri sono lunghi e burocratizzati. In un momento assolutamente particolare con il servizio sanitario impegnatissimo. E allora con questo servizio abbiamo voluto dare un segnale. Ora stiamo facendo circa 300 persone al giorno, quindi raddoppiato rispetto a quando è partito" spiega Bottaro.
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso