cronaca

Lockdown "come cura severa a paziente provato"
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In Liguria "oggi non c'è alcun problema sulle terapie intensive, che hanno comunque un tetto invalicabile legato al personale disponibile. Si fanno conteggi sulle terapie intensive che sembrano quelli dei blocchetti del Lego, ma una terapia intensiva vuol dire soprattutto personale specializzato". Il governatore ligure Giovanni Toti punta il dito sul 'collo di bottiglia' dell'organizzazione sul contrasto sanitario all'emergenza provocata dalla pandemia. Un sistema che porta a intasare i pronto soccorso e i centralini telefonici del 112.

"Oggi il problema è riuscire a gestire fenomeni di bassa intensità di malattia fuori dagli ospedali, altrimenti avremo una massa tale di persone negli ospedali da inibire ogni altro servizio sanitario. In Liguria, volendo, abbiamo anche più posti in terapia intensiva di quanto previsto dal piano straordinario del governo. E' l'unica cosa che non manca in questo momento, la curva dei pazienti in terapia intensiva rispetto a quella di tutti i casi covid che arrivano ai nostri ospedali è molto più piatta e questo dà l'idea che manca un filtro dal territorio. Ai nostri ospedali arrivano molti malati di basse e bassissime intensità di cura, ma in regioni come la Liguria con età media molto alta, la paura porta tutti di corsa verso gli ospedali", sottolinea Toti.

"Il problema questa volta è che ci stiamo ammalando in tanti tutti insieme e che probabilmente ai nostri ospedali, per assenza ancora di un filtro sul territorio, arrivano molti malati di bassa e bassissima intensità di cura ma in regioni come la mia dove l'età anagrafica è molto alta la paura di rimanere a casa e di non trovare un posto letto porta tutti di corsa verso gli ospedali. Abbiamo 900 terapie di media e bassa intensità occupate e 40 terapie intensive al culmine dell'anno scorso eravamo a 1.200 posti di media e bassa terapia e quasi a 200 terapie intensive. Adesso il problema è gestire fenomeni di bassa intensità di malattia, non severi, e dobbiamo gestirli fuori dagli ospedali. Altrimenti avremo una massa tale di persone negli ospedali da inibire ogni altro servizio sanitario e senza bisogno di cure severe come quelle della terapia intensiva'', ribadisce il governatore che ha avocato a sé la delega alla Sanità in giunta regionale.

"La cosa principale adesso è lavorare su una serie di regole che stanno ancora ingessando il paese. Si è tanto parlato del modello Genova e del modello Liguria per il Ponte Morandi e non si è fatto nulla che assomigliasse a un modello Liguria per la sanità. I nostri ospedali non sono in crisi perché mancano i mezzi, i respiratori, i monitor ma mancano delle regole per poter assumere il personale e per poter utilizzare il personale medico. Noi paghiamo una programmazione sbagliata nel corso degli ultimi 20 anni che oggi ci rende con pochi infermieri, con pochi anestesisti, con pochi rianimatori con poche professioni mediche eppure ancora oggi siamo lì con i concorsi, con il fatto che non possiamo utilizzare i medici non specializzati nei nostri ospedali perché la legge non lo consente, che non possiamo utilizzare gli infermieri perché la legge non lo consente'', prosegue il governatore ligure.

"Qualcuno si rende conto che la situazione è complessa, anche i sindacati, e che c'è bisogno di regole straordinarie in questo momento? Questo Paese deve darsi delle regole che ci consentano di fare le cose". Ricciardi (consulente del ministro Speranza, ndr) critica le Regioni per i ritardi, ma il decreto che ha nominato le Regioni enti attuatori del commissario straordinario di governo anti covid e' arrivato la prima settimana di ottobre. La prima settimana di ottobre. E poi si dice che le Regioni sono in ritardo". E sulla possibilità (concreta) di un lockdown nazionale, Toti non usa mezi termini:  "Un nuovo lockdown sarebbe una cura molto severa su un paziente già provato. Non vorrei che si arrivasse a dire 'l'operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto'. Salvarsi dal Covid in un Paese di macerie non credo sia l'obiettivo di nessuno, né del Governo, né degli enti locali, né dei cittadini. Occorre muoversi con misura", ha concluso.