In questo terribile finale d’anno 2020 se ne va anche Franco Gattorno, portato via a 63 anni da un male incurabile che lui aveva combattuto con il suo tratto forte, un po’ ironico, deciso, che non si vuole arrendere. Franco era un grande imprenditore dello shipping, ma anche di molte altre attività. Per cui si può dire che incarnava perfettamente la più profonda e classica tradizione genovese-internazionale, un po’ armatore, un po’ spedizioniere, un uomo di affari targati spesso Genova, ma non solo e proiettati nel mondo.
Aveva incominciato con la Energy, una società che trattava il carbone, l’oro nero dei traffici, che era così importante per la nostra economia in trasformazione. Nello stesso settore si era occupato della Italiana Coke, sede a Savona. Era socio degli armatori Messina e non si è mai fermato, mettendosi in luce già giovanissimo nella Genova degli anni Ottanta, quando molte speranze si erano accese e l’intraprendenza dello stile di understatment genovese aveva preso finalmente pieghe più avanzate, meno riservate.
Franco faceva parte di una famiglia della solida borghesia genovese ed aveva tre fratelli che lascia in questo momento di dolore, tra i quali un fratello gemello, Sebastiano, anche lui personaggio del mondo imprenditoriale, per tanti anni alla ribalta dell’economia genovese e italiana, sopratutto quando aveva preso le redini del Gruppo Serra, cavalcando con anche una buona dose di anticonformismo quello stile ultrariservato della Genova degli affari.
Franco e Sebastiano erano una coppia forte, diversi di carattere in modo netto, simili fisicamente, tanto da essere spesso scambiati in una specie di equivoco costante, sul quale scherzavano con il loro stile inconfondibile. Con un tratto diverso tra loro erano insieme bene in vista sul palcoscenico genovese. Franco era stato anche nominato presidente della Fiera del Mare, una scelta coraggiosa dell’allora presidente della Regione, Sandro Biasotti, per un ruolo sempre occupato dalla lottizzazione politica più secca.
Così per lui era cominciata una sfida diversa dal suo impegno di imprenditore, un impegno “pubblico” che aveva affrontato con le sue doti imprenditoriali, scontrandosi con gli apparati, ma lasciando un segno forte, di carattere e di scelte.
Poi era tornato alla sua passione, gli affari, i traffici internazionali, continuando a scommettere sulla sua capacità di intessere relazioni per lanciare operazioni sempre proiettate nel mondo, da buon genovese. Si era occupato anche della Enercor, una società che trattava carbone, un po’ il filo conduttore della sua attività. Lavorava da Genova e da Montecarlo.
Non aveva un carattere facile Franco Gattorno, ma era un uomo di grande generosità, sopratutto con tutta la sua famiglia oltre al legame di sangue con il suo gemello Sebastiano. Lascia un ricordo forte dove è passato, anche alla Fiera dove la sua incisività da manager privato è stata a lungo rimpianta. Lo ricorderanno in tanti accanto ai due figli, alla madre e ovviamente ai fratelli, in particolare Sebastiano, cui va un particolare pensiero.
cronaca
Morto Franco Gattorno, dal carbone alla fiera un vero uomo d'affari
Faceva parte di una famiglia della solida borghesia genovese
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