cronaca

Dalla relazione risulta che il viadotto è crollato per tirante corroso e mancata manutenzione
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"La perizia è un caposaldo dell'inchiesta. Questa è una prova, non una ipotesi della procura". Il procuratore di Genova Francesco Cozzi il giorno dopo la consegna della perizia sul crollo del Morandi da parte dei periti del gip commenta così quanto contenuto nelle 500 pagine che spiegano le cause del cedimento del viadotto sul Polcevera.

"Il crollo del ponte non è un fatto venuto così, ma rivelatorio di un sistema complessivo - spiega ancora il procuratore capo di Genova -. È un gran lavoro dei periti, lavoro che è conforme alle risultanze che venivano dalle nostre consulenze tecniche su materiale raccolto dalla guardia di finanza e le altre forze dell'ordine. Ora si tratta di collegare le risultanze delle perizie con i singoli comportamenti umani".

Nel mirino dei periti non solo la corrosione ma tutta una serie di elementi legati a manutenzioni e controlli che, come si legge nella perizia "se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell'evento" (LEGGI QUI).

A Primocanale Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi ha commentato quanto emerso dalla perizia. Documenti redatti da esperti super partes che fanno chiarezza su cosa ha determinato la tragedia del 14 agosto 2108 causando la perdita di 43 vite umane. "La sensazione più paradossale che abbiamo è che da una parte c'è in noi la soddisfazione perché le cose stanno andando avanti dall'altra la tristezza perché ci accorgiamo che tutto ma proprio tutto poteva essere evitato. E' davvero alienante trovarsi in questa situazione e pensare che anche solo grazie all'attenzione di un singolo questa tragedia poteva essere evitata, la cosa ci turba" spiega Possetti (GUARDA QUI). 


IL CAMIONISTA DEL MEZZO PESANTE CON LE BOBINE - "Davanti ho visto proprio spaccare e poi mi sono sentito risucchiare indietro: infatti a qualcuno ho detto come a Gardaland quando fai quelle giostre nell'acqua ad alta velocita', ti senti mancare". E' la drammatica testimonianza dell'autotrasportatore del tir che portava la bobina da 3,5 tonnellate e che secondo i consulenti di Autostrade sarebbe stata una causa del crollo del ponte Morandi.  "Le analisi svolte - scrivono i periti - portano ad escludere con elevata probabilita' l'ipotesi che il coil possa essere caduto dal tir mentre quest'ultimo transitava a cavallo del giunto tra la pila 9 e il tampone 10". Per gli esperti, che hanno analizzato anche i fotogrammi del video delle telecamere di sicurezza dell'azienda Ferrometal, il tir non ha mai "cambiato traiettoria" per cui "non si sono staccate le cinghie che tenevano il coil" e "la posizione a terra del semirimorchio e del coil sono pienamente compatibili con l'ipotesi che i due corpi siano precipitati entrambi insieme fino a giungere al suolo".