Dal gennaio al giugno del 2022 il sistema televisivo nazionale si modificherà totalmente. Iniziamo da oggi a scrivere sul tema che riguarda tutto il nostro territorio e iniziamo denunciando un primo grave problema.
Le frequenze di trasmissione cambieranno,15 passeranno alla telefonia per il sistema 5g, le televisioni locali verranno espropriate delle loro frequenze con 10 anni di anticipo, tutta la Liguria, come ogni altra regione, avrà un unico “OPERATORE DI RETE” che gestirà un nuovo sistema di impianti sui monti che determinerà la ricezione nei televisori dei cittadini: buona, cattiva o nulla.
Sarà un grande problema per tutti: per chi opera nel settore come Primocanale, come per i cittadini che dovranno in gran parte cambiare i propri televisori, risintonizzare tutti gli apparati, modificare i sistemi di antenna sui tetti con problemi non semplici per tutti gli amministratori di condominio.
Ma oltre a questo, essendo uscito il 16 dicembre il bando per determinare chi gestirà gli impianti in Liguria (scadenza 30/01/2021), che chiarisce solo ora diversi aspetti tecnologici, di potenze di trasmettitori da utilizzare, di rispetto per i segnali che vanno in altri Paesi, come la Francia, la Svizzera e il Principato di Monaco, e avendo chiarito, detto bando, che determinate frequenze non dovranno andare a disturbare analoghe frequenze di altri Stati, solo oggi si è potuto capire che la frequenza 27, guarda caso assegnata per la trasmissione delle emittenti locali, non potrà essere accesa su parte della Provincia di Imperia e in altra parte il segnale dovrà essere tenuto a potenza talmente bassa da inficiare gravemente la ricezione nelle case, contrariamente alle reti nazionali che si vedranno benissimo.
Su 13 frequenze riservate al sistema televisivo in totale, (12 alle reti nazionali, 1 a tutte le locali) proprio quella delle Tv regionali liguri avrà seri problemi di ricezione.
A Ospedaletti e Bordighera la frequenza 27, assegnata alle emittenti regionali, non potrà essere accesa e questo perché ovviamente, con il mare di mezzo, andrebbe a influire sul segnale di Montecarlo che ha la medesima frequenza assegnata a livello europeo (attraverso la convenzione di Ginevra).
In altre zone dell’imperiese, per analogo motivo, il problema sarà la potenza degli impianti talmente limitata da creare una totale discriminazione con le potenze che utilizzeranno le reti nazionali, sempre per il rischio di arrivare col segnale nel Principato di Monaco.
Ne deriva che tutti i cittadini dell’imperiese, in particolare in alcune zone, non vedranno più le emittenti regionali come Primocanale, o le vedranno molto male.
La situazione è molto preoccupante e profondamente ingiusta per l’emittenza regionale che è totalmente discriminata, come ricezione, rispetto a tutte le reti nazionali ma anche un grave problema per tutti i cittadini che hanno diritto di ricevere tutti i canali e specialmente quelli che si occupano del territorio.
Come Primocanale abbiamo già provveduto a inviare al Mise e ad Agcom questa problematica molto seria nell’interesse primario dei cittadini, della pluralità dell’informazione, del rispetto per piccoli e medi imprenditori presenti su quella zona, per le amministrazioni pubbliche e per tutte le nostre aziende televisive che subirebbero un danno enorme da queste limitazioni che impedirebbero di arrivare nelle case di molti cittadini togliendo loro un servizio gratuito che svolgiamo da 40 anni. Restiamo fiduciosi in un intervento di modifica del PNAF (il piano nazionale delle frequenze!).
Noi come impresa leader del settore siamo molto amareggiati e allibiti per questa situazione che grava pesantemente sul Mise e sull’Agcom, ma confidiamo che ora che le abbiamo denunciate pubblicamente venga trovata una soluzione nell’interesse di tutti, cittadini, emittenti e amministrazioni locali.
*Senatore XVII legislatura
Membro commissione VIII comunicazione del Senato
e commissario interparlamentare di vigilanza Rai
cronaca
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