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Il post è comparso sul profilo Facebook del genovese Federico Pinelli, militante de La Sinistra
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Un post dai contenuti molto forti, pubblicato su Facebook e poi cancellato, ma non certo passato inosservato. Il post, che ritrae il leader della Lega Matteo Salvini, seduto e imbavagliato, con alle spalle la bandiera con il simbolo delle Brigate Rosse, è comparso sul profilo social del genovese Federico Pinelli, militante de 'La Sinistra'. Immediata la reazione sul suo profilo Facebook, del deputato della Lega Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture e commissario Lega Liguria.

"Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino. Questa volta
a dedicargli un post choc ci ha pensato Federico Pinelli, un militante genovese de 'La Sinistra' che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che ritrae il leader della Lega imbavagliato e con la bandiera delle Brigate Rosse alle spalle col commento “Non succede… ma se succede…”, seguito dal pugno chiuso" scrive Rixi.

"Un atteggiamento che richiama subito alla memoria il rapimento del presidente Aldo Moro. Il post è comparso sul profilo del militante genovese intorno alle 23 e nel corso della notte è stato cancellato. Scorrendo sul profilo La Sinistra – Liguria, è evidente la militanza di Pinelli con tanto di foto del maggio 2019 a un banchetto del partito durante una campagna elettorale, affiancato anche da Davide Ghiglione, oggi capogruppo della sinistra al V Municipio di Genova. Un post che inneggia e promuove la finalità del terrorismo degli anni di piombo nei confronti di un leader democraticamente eletto e che oggi rappresenta il primo partito in Italia. Un’azione che nulla ha a che vedere col confronto politico usato per fomentare l’odio e cavalcare l’ignoranza" scrive Rixi.

Il deputato leghista chiede l'attenzione di stampa, Digos e magistratura di Genova: " La stessa attenzione riservata ad altri fatti dei giorni scorsi con indagini sull'autore del gesto e una forte presa di posizione contro il terrorismo rosso, senza fare pesi e misure diversi. Inoltre auspichiamo un serio dibattito sull’odio e l’istigazione alla violenza che trovano spazio sui social, con indagini vere e approfondite sull'autore di questo gravissimo gesto".

Sul fatto la Digos ha aperto un'indagine e trasmetterà gli atti alla Procura della Repubblica. Si ipotizzano infatti le accuse di apologia di reato e di istigazione a delinquere. Il fotomontaggio rimanda all'immagine in bianco e nero che venne fatta trovare dalle Br in un sottopassaggio di Largo Argentina, a Roma, il 18 marzo 1978 dalle Brigate rosse. 

"Mi dissocio e stigmatizzo tale post che nulla ha a che vedere con la cultura della sinistra e dei comunisti nel nostro Paese, i quali infatti hanno pagato un pesantissimo tributo di di sangue alla lotta per la libertà e la democrazia". Lo scrive in una nota Davide Ghiglione, capogruppo di 'Chiamami Genova - Putti Sindaco' nel V Municipio Vapolcevera. "Ritengo infine questo attacco strumentale per provare a riequilibrare l'opinione pubblica dopo il gesto del saluto romano in consiglio comunale a Cogoleto, fatto in una sede istituzionale da dei consiglieri eletti, durante il giorno della memoria. Qui stiamo parlando di un post su Facebook, pur concordando che sicuramente non vada sottovalutato".


"Solidarietà all'amico Matteo Salvini, ritratto imbavagliato e con la bandiera delle Brigate Rosse in un post sui social di un militante genovese de 'La Sinistra' è stata espressa anche da Giovanni Toti.


Il presidente Toti, in un post su Facebook ha scritto:
"Ci auguriamo che tutti prendano le distanze perché certi gesti non devono trovare spazio né tolleranza da parte di nessuno schieramento politico e vanno condannati convintamente, senza doppiopesismo soprattutto in un momento così delicato e di confronto per il nostro Paese".